Alestorm: è ora di un bel “Seventh Rum of a Seventh rum”!

Mettetevi il vostro tricorno da festa e servitevi un bel bicchierone di rum riserva! Tornano gli Alestorm con il loro nuovo album 2022 “Seventh Rum of a Seventh Rum

A due anni di distanza da “Curse of the Crystal Coconut”, gli Alestorm ritornano a inforcare fisarmoniche, violini, uncini e gambe di legno per catapultarci ancora una volta nelle loro avventure dei sette mari con le nuove tracce di “Seventh Rum of a Seventh Rum”, il loro settimo album, pubblicato alle 7.27 di un lunedì 27… (naaaa, stavamo solo citando un quote del film “Una settima da Dio” ndr).

Verso terre sconosciute… o forse no?

Un ritorno prepotente di un pirate folk metal vero, del quale gli Alestorm ne sono i rappresentanti più validi. In questo nuovo “Seventh Rum of a Seventh Rum” la band scozzese propone un sound molto vicino a quello dei primi album, più duro e con un buon ritmo da power metal, che si discosta dalla piega un po’ più commerciale presentata nelle ultime pubblicazioni.

Per coloro che seguono gli Alestorm da tempo, il brano di apertura “Magellan’s Expedition” fa subito riecheggiare ricordi del brano “Over the Seas” dell’album del 2018 “Capitain’s Morgan Revenge” ma condito da una buona dose di epicità (quanto ci azzeccano qui i cori? ndr). Sembra quasi di aver trovato la colonna sonora perfetta per un nuovo “Pirate of the Carabbian” con un Johnny Depp di nuovo a bordo, soprattutto dopo la vittoria al processo con la ex moglie.

You’re a fucking pirate (but I’ll drink my beer)

Chris Bowes e gli altri pirati fottu… gli altri membri della band, proseguono l’album con “The Battle of Cape Fear”, risultando non solo come una ciurma di pirati ignoranti bensì di membri dell’equipaggio saldi alla loro storia e cultura. Questi, infatti, fondano le lyrics dei loro pezzi su elementi storici reali che sicuramente piaceranno a tutte/i le/gli appassionate/i dell’età d’oro dei pirati.

Tuttavia, la loro ignoranza deve per forza trasudare quando passiamo alla vera e propria bombaCannonball”; una sparacchiata di insulti e volgarità che forse neanche nella taverna di Nancy si erano mai sentiti. Sicuramente qualcuno di voi a sentire il ritornello di “Cannonball” avrà pensato pensare alla “pratica” delle palline da ping pong a Bangkok (se non sapete ci cosa stiamo parlando, cercatelo su Google ndr), ma qui la fantasia degli Alestorm con le palle di cannone supera tutto.

It’s pirate party time!

Il nuovo album si palesa poi con una parente piratesca alla “Y.M.C.A.” con il brano “P.a.R.T.Y.”, proseguendo il viaggio in lungo e in largo attorno al globo, con una dedica all’Ungheria con “Magyarorszàg”, (regione centrale dell’Ungheria che ha Budapest come città di riferimento ndr). Forse è un messaggio piratesco criptato per dirci che l’anno prossimo dobbiamo aspettarci la loro presenza allo Sziget Festival?

P.A.R.T.Y Piratesco

Il viaggio di “Seventh Rum of a Seventh rum” prosegue poi anche verso il Brasile con il brano “Come to Brazil”, con un assaggio di xilofono per un tocco tropicale ed un pezzo 1.5x non adatto ai deboli di cuore, ed a Tortuga con “Return to Tortuga”, perché “alla fine tutto ritorna a Tortuga, baby” (vedi meme qui).

Rum, vino, caipirinha… This is the pirate way!

La traccia che dà titolo all’album, “Seventh Rum of a Seventh Rum”, rappresenta a pieno il nuovo lavoro dei nostri pirati scozzesi, con un sound pienamente in linea con i loro primi album ed un mix strumentale che ricorda tanti loro passati successi. Di sicuro, questo pezzo diventerà uno dei loro cavalli di battaglia da suonare ad ogni concerto!

Infine, l’album si chiude con la terza parte di “Wooden Leg” che include idiomi come lo spagnolo e giapponese all’interno del testo. (Dopo aver già sentito cantare in ungherese per Magyarorszàg, che ci ricorda Chris essere città famosa per i dentisti). Questa scelta spagno-giapponese non è un caso, poiché riprende la loro storia del povero pirata con gli arti di legno e le sue disavventure con gli spagnoli e ninja giapponesi già presenti nei loro album precedenti.

Qualche rum offerto dai nostri Alestorm

Il primo pezzo, infatti, si può ascoltare in “Sunset on the Golden Age” e la seconda parte in “Curse of the Crystal Coconut”, sino ad arrivare al nuovo album con questa terza parte che sembra chiudere il racconto qui (oppure ci saranno sorprese? ndr).

Set sail, land ho, drink rum, let’s go!

Le undici tracce di “Seventh Rum of a Seventh Rum” ci fanno ritrovare un Chris Bower e ciurma in piena forma, con un ottimo album che sicuramente non ha scontentato (e forse ha fatto tirare un sospiro di sollievo vista la virata verso la rotta storica) i fans in attesa. La carica metal-piratesca del gruppo è intatta e chiedendo a Polly un consiglio sulla valutazione per questo settimo album, mi viene suggerito un bel 7 pieno (o forse il pappagallo intendeva dirmi che voleva sette crackers? ndr).

P.s. Dopo aver fatto ascoltare al cane del vicino le versioni “for dogs” dell’album ed aver ricevuto un grande apprezzamento (sembra abbiano anche un buon accento canino ndr), ho deciso di portare il voto a 7.5!

Accorrete ciurma ad ascoltare il nuovo album:

a cura di
Francesca Bandieri

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