Alfonso Cheng ci racconta la sua “FINFERLAND”

Un crogiolo postmoderno di suoni e ricordi in una dimensione surreale

Il 17 maggio segna il debutto di “FINFERLAND“, il nuovo album di Alfonso Cheng, il “bedroom music maker” campano. Pubblicato da .Belva e Manita Dischi, il disco è un mosaico di citazioni degli anni ’90, reinterpretate in uno stile unico. Alfonso, rifugiandosi nella sua cameretta, trasforma i ricordi in una giungla noise di chitarre distorte, synthwave, lo-fi ed elettronica.

Attraverso questo album, che include collaborazioni con vari artisti, Alfonso racconta la sua terra, la Campania, con storie reali e surreali.

Ciao Alfonso, grazie per essere su Distorsioni Sonore! Iniziamo parlando del tuo nuovo album “FINFERLAND”. Cosa ti ha ispirato durante la creazione di questo progetto?

    Quello che mi ispira ogni giorno, la mia quotidianità, la gente, la vita, andare alle poste.

    La tua musica è descritta come una fusione di synthwave, lo-fi, elettronica e post-punk. Come riesci a combinare questi diversi generi in un unico suono coeso?

      Uso dei synth che mi piacciono, e faccio quello che mi esce a primo impatto, sono uno che cerca di andare di “buona la prima”… non cambio un brano 3.000 volte.

      Il disco vede la collaborazione di molti artisti. Come hai scelto i tuoi collaboratori e come hanno influenzato il risultato finale?

        Alcuni erano amici di vecchia data, altri nuovi conoscenti e con altri ancora non ci siamo nemmeno mai visti dal vivo. La scelta si basa principalmente sull’istinto emotivo che mi suscitano nel momento in cui li conosco o nel momento in cui ci parlo.

        Come descriveresti il processo creativo dietro la registrazione del tuo album? Hai menzionato che registri principalmente nella tua cameretta…

          Si avviene tutto nella mia cameretta, parte tutto da un riff che mi parte dalla mia testa, può succedere in qualsiasi momento, ad esempio mentre gioco a War Brokers online, o di notte mentre leggo un fumetto prima di dormire. Poi sviluppo il riff con la chitarra, dopo la registro, scrivo la drum, poi basso e qualche synth… e dopo aver terminato tutta la musica passo alla scrittura della voce.

          Il titolo “FINFERLAND” si ispira alla parola napoletana “o’nfinfero”. Come questa parola riflette il concetto del tuo album?

            Perché è dedicato a tutti i nfinferi che ascolteranno questo disco e si sentiranno parte della mia musica. Sono loro la mia maggior fonte di ispirazione.

            Salutaci scrivendoci le prossime date in cui possiamo venire a vederti dal vivo.

              Un saluto ai uagliuni di Distorsioni Sonore!! Ciaaa!

              Ce verimm ca:

              • 20/07 Amaca mediterranea fest – Angri (sa)
              • 21/07 Nziem fest – Pompei (na)
              • 30/08 Manhattan – Vitulazio (CE)
              • 12/10 Laroom – Vigevano (PV)

              a cura di
              Redazione

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