Anticorpi e “Poliamore mio”, ovvero le varie declinazioni dell’amore

“Poliamore mio” è il loro nuovo singolo, uscito proprio il giorno di San Valentino. Coincidenze? Non crediamo

Scelta premeditata oppure no quella di Anticorpi, quella di pubblicare proprio il giorno di San Valentino “Poliamore mio” per Sunflower Records.  Un viaggio nelle varie declinazioni dell’amore attraverso chitarre punk e synth. Noi abbiamo deciso di intervistare la band per farci raccontare qualcosa in più sul loro brano ma anche sulla loro opinione del mondo e sulla musica contemporanea.

Ciao ragazzi, benvenuti! Il 14 febbraio avete pubblicato il vostro nuovo singolo “Poliamore Mio”: da cosa nasce questo brano così irriverente?

Ciao! Abbiamo sentito la necessità di scrivere un brano sul Poliamore per ampliare il concetto di amore per renderlo più vero, più aderente alla realtà, per raccontare come le relazioni hanno davvero mille possibilità, tra cui il poliamore. La relazione eterosessuale e monogama é uno splendido tipo di relazione ma é solo una possibilità, solo una delle tante relazioni d’amore possibili. Tutte ugualmente belle e degne purché scelte in modo libero e consapevole, tra le tante.

Credete che il poliamore sia in un certo senso il futuro delle relazioni di coppia monogame, forse troppo legate al passato?

Potrebbe! E in parte già lo è. Il poliamore è anche la possibilità di decostruire quei percorsi di vita che sembrano obbligati, che sembrano senza alternativa, gli unici che ci propongono come normali. Un percorso per liberarsi dalle urticanti gabbie della possessività, dell’eccesso di gelosia, della violenza terribile e dell’inutile dolore che ne consegue.

Avete in passato trattato nei vostri brani anche il tema dell’ambientalismo: prima di estinguerci però, ci sono ancora secondo voi delle soluzioni che possiamo adottare per salvare quello che resta?

Certamente. Dobbiamo incentivare il turismo spaziale incoming così che un ricco popolo di imprenditori alieni si compri il nostro pianeta e trasformi tutte le fabbriche inquinanti in enormi giradischi. La nostra musica nasce proprio dall’esigenza di attrarre qualcuno dallo spazio profondo che ci salvi dalle scelte degli umani.

Il vostro progetto unisce una commistione di stili e generi disparati e diversi, se vi chiedessi di descriverceli, quali sarebbero?

 Il nostro approccio musicale è apertamente punk-rock ma utilizziamo synth e computer al posto delle chitarre, coniugando quindi la grammatica dell’elettronica all’attitudine del punk. Anche se la nostra musica è veloce e intensa, per noi sono fondamentali le liriche e i contenuti. Vogliamo far sudare sia i corpi che i cervelli.

Abbiamo parlato del futuro del mondo in generale, ma tra metaverso e ologrammi, quali sarà secondo voi il futuro (o immediato presente) della musica?

Oggi, sebbene viviamo tra la dittatura del mercato e quella degli algoritmi, ci sarà sempre una resistenza di ragazze e ragazzi in gamba che faranno musica propria, con cuore e cervello fottendosene dei miti del successo e delle mode passeggere. E noi saremo lì ad ascoltare quella musica, così come oggi siamo a farla. Crediamo e speriamo anche che le ultime tecnologie di informazione decentralizzata (uso di blockchain, DAO etc) possano essere un’ottima occasione per liberare la musica e la cultura.

a cura di
Redazione

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