Anticipato dai singoli Poveri diavoli, Bruciare ed Ekomostro, esce oggi, per Lostdog Records/ADA Music Italy, Carne Ossa dei Marrano

Prodotto da Davide “Divi” Autelitano de I Ministri, Carne ossa dei Marrano è un disco rock alternativo dalle influenze punk, caratterizzato da chitarre violente, arpeggi distorti, ritornelli ossessionanti e un’atmosfera “poghistica”.

Un disco infuocato, impaziente e disilluso che vuole rompere le costrizioni. Frenetico ma capace anche di rallentare i ritmi con brani come Poveri diavoli o All’inferno c’è il sole. Una confessione scomposta, un “magone domenicale“. Severo e corpulento, l’album si presenta in una maniera molto fisica, a giudicare anche dal titolo che rievoca la passione di Cristo.


Il finale approda ed evolve, in maniera coerente, ad una riva pacifica. Si addolcisce, assuefacendosi al mondo e accettandolo, perché, come lui, anche noi siamo imperfetti. Ci meritiamo un inferno “brontiano”, non dantesco, per scontare i nostri peccati con la presenza salvifica del sole, non secondo la legge del contrappasso. L‘inferno è una metafora molto comune nel panorama rock, è l’ambiente in cui i reietti della musica si sentono accettati, ma, in questo caso la sua valenza è quasi catartica, come se patire i nostri vizi all’inferno, senza ipocrisie, fosse il primo passo verso la salvezza.

Cover di “Carne Ossa” dei Marrano


L’album, dunque, cerca di svegliare l’ascoltatore, invitandolo a riflettere sui motivi per cui si perde la ragione, lo invita a fermasi e a respirare, a riscattarsi dalla sua condizione di sofferenza esistenziale, a scontare la sua pena di cui è lo stesso responsabile. Il cinismo dei privi brani si risolve quindi in una preghiera, in un auspicio a ritrovarsi.

Il disco nasce durante la quarantena, quando non era consentito suonare ai concerti e, in effetti, il testo e le sonorità riflettono anche l‘urgenza di tornare sul palco: in modo diretto, sfrontato e sincero questi tre ragazzi vogliono reagire.

Ma ne abbiamo parlato direttamente con loro…

Questo album è stato scritto durante la quarantena e, in effetti, i ritornelli ridondanti e ossessivi
manifestano il disagio asfissiante delle restrizioni. Ma immagino che i disagi non siano solo dovuti a quegli anni: cos’altro vi opprime?

Andrea: A me tutto.

Daniele, invece, parla di un esaurimento nervoso: il titolo Carne Ossa voleva ricreare l’immagine di una persona che era un po’ sciupata dopo la fine di un percorso. Una persona che arriva ad un punto in cui capisce che ha bisogno di respirare. In questo disco, in effetti, il ritmo è più ossessivo e ripetitivo del solito.

Il titolo dell’album e dell’omonima canzone, “Carne ossa”, è una metafora quasi cruenta, che “fa un certo effetto”, come dite voi nella canzone. Come la sciogliereste?

Andrea: Io ho sempre immaginato Cristo sulla croce, come una persona che si sentisse responsabile di tutto e volesse assolvere tutti i mali del mondo. La canzone ha lo stesso male e parla di chi prova malessere, chi vive male la quotidianità. Infine abbiamo voluto dare una certa “fisicità” al pezzo mettendoci a nudo, per questo carne ossa.

L’ultima canzone, “All’Inferno c’è il sole”, sembra riappacificare l’atmosfera dell’album.
Vi siete assuefatti al dolore accettandolo, oppure l’avete disinnescato?

Daniele: Sì, all’inferno non ti immagini il sole. Alla fase di accettazione segue la ricerca di un percorso per uscirne. Il brano stacca, è discontinuo, sia nel testo di speranza che per la scelta del pianoforte.

In “Tutto e niente” gli arpeggi distorti ricordano quelli dei Massimo Volume. Vi siete effettivamente rifatti a loro? E quali sono, se ci sono, gli artisti che quotidianamente vi ispirano?

Daniele: In realtà non siamo ascoltatori dei Massimo Volume. L’arrangiamento è di Nicola, il batterista, che ascolta molto punk rock, quindi roba meno introspettiva. I nostri ascolti vanno più sull’hardcore ma anche sulla musica italiana.


Andrea: Ci lega molto un disco degli Angeli, Voglio di Più, dove i Marrano si ritrovano tanto. Anche i Verdena e i Teatro degli Orrori, insieme a tanta musica americana e australiana.

Com’è stato lavorare con Divi dei Ministri? Avete già in mente con chi vorreste collaborare in futuro?


Andrea: Ci siamo subito intesi, non volevamo essere la fotocopia dei Ministri. Abbiamo continuato ad essere i Marrano ma prodotti meglio.


Daniele: Avevamo molta soggezione. E’ una persona molto competente, il clima era molto piacevole. Non escludiamo di lavorare di nuovo con lui perché ci siamo trovati molto bene, quindi potrebbe esserci un secondo tempo, anche solo perché ci siamo divertiti tantissimo.

Com’è il processo di scrittura dei brani? Li scrivete insieme? Viene prima il testo o la musica?


Daniele: Noi scriviamo molto insieme in sala prove. Nicola è il nostro genietto, è un polistrumentista, quindi la maggior parte delle idee a livello strumentale vengono da lui. Io, invece, scrivo i testi che vengono sempre lavorati in un secondo momento.


Andrea: In questo caso Divi ci ha dato una mano anche nella scrittura ma con delicatezza, senza snaturarci. Noi lo abbiamo accolto nella nostra famiglia.

Ad Amadeus, a Sanremo, è stato chiesto come mai non avesse incluso nel festival anche gruppi rock,e lui ha risposto che le proposte non sono state tante. Voi avete mai considerato di fare musica in un contesto televisivo?

Andrea: A noi ci è stato proposto di andare a Xfactor ma noi abbiamo rifiutato. Non ci va di fare un talent show perché la musica non deve essere una gara. La competizione la lascerei allo sport.


Daniele: queste cose ci hanno sempre fatto anche un po’ paura. Ci piace fare le cose a piccoli passi.

Date Tour dei Marrano
Biografia

I Marrano sono Andrea, Daniele e Nicola. La band è nata nel 2015 a Rimini con il loro primo EP:
Marrano, portato in giro per l’Italia in numerosi concerti. Nel 2017 presentano il loro primo disco Gioventù spaccata, il cui Il tour dà la possibilità alla band di condividere palchi con artisti come Ministri, Andrea Laszlo De Simone, Gazebo Penguins, Havah e tanti altri.

Nel 2020 viene pubblicato il loro secondo disco Perdere, in collaborazione con Altini Cose e Floppy Dischi, mentre, sempre nello stesso anno, pubblicano la cover di Sabotage, il brano più conosciuto dei Beastie Boys. Il 2022 è ancora più impegnativo per la band, che si ritrova tra calcare di nuovo i palchi e registrare questo nuovo album.

a cura di
Benedetta D’Agostino

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