“Entering Heaven Alive” il lato B di Jack White

Per il secondo album del 2022 l’ex frontman dei White Stripes, Jack White, ci regala a luglio un “Entering Heaven Alive” con caratteristiche del tutto differenti dai suoi soliti virtuosismi che lo caratterizzano e presenti anche nel suo album di aprile 2022 “Fear Of The Dawn”.

A quattro anni dal suo precedente album “Boarding House Reach” e a tre mesi dal suo primo album 2022Fear of the Dawn” uscito lo scorso aprile, Mr. Jack White torna a presentarci un prodotto del tutto insolito, che sorprende l’ascoltatore medio dell’artista per il flow e profondità dei testi di questo nuovo album “Entering Heaven Alive” che merita la giusta psicanalisi.

Jack White e il suo nouovo album in un negozio di dischi
Blanco? No Mr White!

Mr White è un cantautore, polistrumentista, produttore discografico (e anche attore) statunitense, più conosciuto forse come ormai ex membro dei Whites Stripes made in USA – Detroit. La sua bravura e fama da sempre è dovuta al suo stile e groove e con la destrezza della sua chitarra con riff e assoli sapientemente selezionati brano dopo brano, che smuovono le emozioni di tutti i suoi fans. Altro suo talento però, è la sua capacità imprenditoriale di produttore o arrangiatore e sorta di creazione di storia mitologica dei suoi brani, che riecheggiano come suoni proveniente dall’alto Olimpo. Cosa intendiamo?

Lato B

Entering Heaven Alivesi presenta come una sorta di “lato B” della cassetta o vinile che sia, decisamente più introspettivo e ricercato rispetto al precedente album “Fear of the Dawn” (il lato A) seppur ci siano tante connessioni da citare. Prima di tutte la ripresa del brano “Taking me back” dell’album precedente che ritroviamo come primo brano in questo nuovo album, con l’aggiunta dell’avverbio “gently” fra parentesi che sta a dimostrare la connessione sanguinea fra i brani e creazione, seppur si palesi di stile e ramo differente.

Seduta psico n°2

Seguiamo l’analisi dall’alto osservando come questi undici brani abbiano tutti una ricerca di stile e influenza di generi musicali diversi fra loro. Sembra davvero di entrare in una dimensione di Jack White nuova, come se fossimo capitati per sbaglio nella sua cameretta dove tiene custoditi le sue riflessioni ed emozioni più interiori. Il trend è di avere circa 90% di suoni acustici e accompagnamenti di pianoforte su quasi tutti i pezzi, che creano questa atmosfera intima vicino al suo “Io”.

Per gli amanti del genere, brano dopo brano si possono quasi percepire le similitudini con artisti rock e alternative rock che si palesano per qualche secondo nelle orecchie degli ascoltatori tornando poi coni piedi per terra sul mondo di White grazie alla profondità dei testi e temi presenti nei suoi brani.

C’è un po’ di…

Iniziamo con due primi brani, “A Tip From You To Me” dove la domanda sorge spontanea: c’è un po’ di Mick Jagger in questa voce e scrittura del brano? Secondo brano “Love is Selfish”, ci chiediamo: c’è del Led Zeppelin in questo love? I suoni molto hard rock ricordano di certo qualche traccia di questa super band.         

“A Tip From You To Me”

My peace is freedom from the masses, ‘Cause the masses cannot see
That’s a tip from them to me
And now I know for sure
I don’t need nobody’s help now anymore

Jack White

Facendo un’analisi generale si può dire di notare tanta improvvisazione musicale, un po’ come si palesano le nostre emozioni, incontrollate ma sempre al posto giusto per esprimere chi siamo e come ci sentiamo. C’è molto jazz e qualche nota da anni ’20 e ’30 del Proibizionismo e Sidecar (tipico cocktail proibizionista ndr) in mano. Alcuni esempi sono “I’ve got you Sorrounded By My Love” una jazz session amorosa piena di sentiment, seguita da “Taking Me Back (gently)” che citavamo prima, che fa immaginare di essere in una serata con Charleston style così come il brano “Queen of the Bees”.

Infine, arriviamo al pezzo che più di tutti emana l’anima dell’album; “If I Die Tomorrow” il cui testo sincero e struggente descrive il suo testamento futuro che Jack vorrebbe fare “in caso in cui…” accertandosi di aver lasciato questo pianeta nel migliore dei modi. Dimostrazione introspettiva massima direi, seppur per alcuni macabra, dovuta e matura. Anche in questo brano notiamo spezie di un certo “Billy Corgan e James” alla Smashing Pumpkins.

Votiamo!

Il giudizio finale arriva. Seppur la separazione fra i due album di quest’anno “Fear Of The Dawn” e “Entering Heaven Alive” sembra sia stata disegnata da Mosè nel suo Mar Rosso, bisogno ammetterne l’unicità e l’innovazione. Tratto unico di soli artisti veri e sapienti come Mr Jack White. Bene esprimere suoni con album mega eclettici e mitologici come ha sempre fatto, ma è importante anche saper esprimere e sostenere lo stato d’animo dell’artista. Niente di più vero, niente di più interessante.

Grazie Jack White!

Aspettiamo con ansia di sentirti in live!

Qua i brani:

a cura di
Francesca Bandieri

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