I Turnstile alzano il livello con “Glow On”

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I Turnstile, band hardcore punk formatasi a Baltimora nel 2010, tornano con Glow On, nuovo album in studio per la label RoadRunner e spaccano in due la scena underground americana.

Il primo album in studio dei Turnstile Nonstop Feeling  dista ormai sette anni, nel lontano 2015 la band non possedeva ancora un carattere distinguibile tra la folla di band punk contemporanee. È certo però che, già all’epoca, la proposta musicale di Yates e compagni aveva una visione estetica più “colorata” rispetto ad altre band del panorama.

Il disco

Il 28 giugno del 2021 il canale YouTube della band pubblica il video Turnstile Love Connection scritto e diretto dal cantante della band Brendan Yates. Il video musicale contiene quattro singoli presenti nell’album e porta la musica dei Turnstile ad un livello più alto. L’estetica vivace, identificabile come indie o ambient, si fa ancora più evidente e si scontra con riff di chitarra decisi, linee di basso spaziali e una voce eterea.

Cominciando da Holiday, la prima canzone presentata nel video, è subito chiaro come la proposta della band non si soffermerà esclusivamente sull’hardcore. La produzione comincia a darci qualche indizio sulla strada intrapresa dalla band, sintetizzatori e tastiere reclamano il loro posto tra i riff sincopati di chitarra trascinando l’ascoltatore verso la sontuosa ma breve No Surprise.

Improvvisamente l’urlo di Yates lascia spazio al canto caldo di “Freaky” Franz Lyons, bassista della band, che ci conduce ad una canzone dalle sonorità dream pop.

TRACK BY TRACK

No Surprise dura solo 40 secondi ed è uno dei break che la band ha deciso di inserire nell’album: questi skit (se vogliamo fare un paragone con l’HIPHOP) sono le vere punte di diamante di Glow On.

Molto ispirate e ben prodotte sono canzoni che si allontanano dal punk e lasciano la band sperimentare altri generi tra cui il già citato dream pop, l’indie rock di Underwater Boy e la bellissima Alien Love Call feat Blood Orange, caratterizzata da chitarre clean, che ti fan sperare in un successivo album esclusivamente Shoegaze.

La copertina di Glow On ci dà un indizio sul lavoro svolto dai ragazzi di Baltimora: un rosa sognante e delle nuvole bianche in un album hardcore punk sicuramente avranno fatto storcere il naso a molti puristi del genere. La sperimentazione della band infatti non si limita alle canzoni citate in precedenza ma anzi cresce con la scaletta dell’album.

Non solo tastiere e sintetizzatori ma anche un utilizzo della voce variegato, Yates riesce nell’impresa di risultare credibile in ogni sua versione: in Blackout ci porta con se tra le ritmiche hardcore mostrandoci tutta la sua cattiveria mentre, successivamente, in Underwater Boy, ci lascia sognare una spiaggia, gli amici, una birra e il tramonto.

Glow onLOW ON non avrebbe lo stesso sound senza le incredibili sezioni ritmiche di Daniel Fang, batterista della band, che oltre alla tecnica dimostra di aver un incredibile talento anche nella costruzione di suoni tramite sintetizzatori posizionati nel suo drum kit. Dalle ritmiche punk spacca cranio di FLY AGAIN alle sezioni LO-FI di UNDERWATER BOI fino a alla dance anni 80’ di NEW HEART DESIGN.

In conclusione

I Turnstile con Glow On non solo alzano il numero di ascolti e di seguito per la band ma rischiano di entrare in maniera prepotente nella cultura hardcore non solo americana. Non ci stupiremo infatti se, fra qualche anno, ascolteremo nuove band emergenti mischiare la grinta dell’hardcore con suoni più soft. Nel sottobosco internettiano c’è già qualcuno che definisce questo nuovo genere “Dream Punk” e chissà se questo Glow On ne possa essere il capostipite.

a cura di
Stefano Cremonese

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