Tra le innumerevoli stelle del firmamento italiano della musica c’è chi splende sempre con più forza: ecco chi è Cigno

Profondità d’espressione resa evidente da testi tutt’altro che banali e denuncia sociale. Sonorità cupe, incalzanti e a tratti psichedeliche che spaziano dalla musica elettronica al blues, passando per il rock. Tutto questo e molto altro è ciò che costituisce il repertorio di Cigno, astro nascente della musica italiana.

Cigno
(Fonte: Facebook)
Biografia

Cigno, il cui vero nome è Diego Cignitti, è un cantautore classe 1992 originario di Subiaco, un paesino nel comune di Roma Capitale. Il luogo in cui è cresciuto ha avuto qualche influenza su di lui. Per sua stessa ammissione ritiene che nei paesini le mode arrivino un po’ tardi rispetto al resto del territorio. Proprio per questo, sebbene abbia vissuto lì gli anni ’90, ciò che dominavano erano i canoni degli anni ’80 che lasciano una vistosa traccia nella sua produzione.

La passione per la musica lo porta a confrontarsi con essa anche a livello accademico. Nel 2013 consegue il diploma in Chitarra Rock-Blues al Saint Louis College of Music che si trova a Roma, seguito dalla laurea in Chitarra Jazz nel 2014, ottenuta sempre a Roma, al Conservatorio di Santa Cecilia. Il suo curriculum vanta anche una specializzazione in composizione e arrangiamento jazz a Roma e un corso di formazione a Londra.

Oltre ad insegnare presso il Saint Louis College of Music a Roma, ha lavorato anche come direttore d’orchestra. Nel 2017 parte la sua collaborazione con Frenetik & Orang3 per il progetto CIGNO, pubblicando al contempo i suoi primi lavori. Nel 2021 vince l’Arezzo Wave nel Lazio.

Cigno
(Fonte: Facebook)
Produzione

La discografia di Cigno conta all’attivo due album e due singoli. Il primo degli album, uscito nel 2015, è intitolato proprio “Cigno” ed è stato pubblicato sotto lo pseudonimo di Diego Swan, abbandonato poi dal cantautore. Il primo lavoro di Cigno si presenta con brani che incorporano potenti riff di chitarra che sorridono sia al rock che al blues e con testi che fotografano la vita quotidiana, capaci di travolgere l’ascoltatore e di trascinarlo con sé.

Nel 2017 esce il singolo “Resta con me”, seguito nel 2020 da “udine”. Quest’ultimo è una brano che strizza l’occhio al pop ma che presenta anche un che di psichedelico. Nel pezzo sono rinvenibili le influenze di Syd Barret e George Harrison, ispiratori diretti di “udine”. Il brano conduce in una città immaginaria, ideale, un santuario alla solitudine di Cigno. Solitudine che è un aspetto che si intreccia necessariamente all’immaginazione, intesa come capacità scappare dalla realtà che ci circonda.

Nel 2022, affiancato da una band, Cigno ritorna con l’album “Morte e pianto rituale”, che curiosamente porta lo stesso nome dell’opera dell’antropologo Ernesto de Martino. Così come quest’ultimo propone un inno al cordoglio funebre, Cigno mette in scena un pianto rituale per la situazione attuale. L’intero lavoro è una critica cruda e violenta verso la società sotto forma di musica.

I toni psichedelici tornano anche in questo progetto solista, così come le sonorità riconducibili alla musica elettronica e toni cupi. Quasi come fosse un novello Karl Marx, Cigno si scaglia contro un sistema che ci sta alienando e ci sta portando ad allargare la forbice delle disuguaglianze interne alla società. Si tratta di una critica a quel sistema che, nonostante i secoli di dominio, risulta attuale come poche altre cose possono dire di essere.

Testi di un’attualità disarmante, uno sguardo alla politica e una profonda capacità di andare oltre alla banalità che regna oggi: il Cigno ha iniziato a cantare. E, state certi, questo non è certamente l’ultimo dei suoi canti.

a cura di
Annalisa Barbieri

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