Il nuovo album dei Limp Bizkit “Still sucks”!

limp izkit still sucks dettaglio

A 10 anni dalla pubblicazione della loro ultima uscita, i Limp Bizkit il 31 ottobre scorso escono paurosamente nella sera di Halloween con il loro nuovo album “Still sucks”, per spettinarci tutti.

Dolcetto o scherzetto?

Ad un primo ascolto dei loro 12 nuovi brani emergono da subito tre aspetti principali: influenze di generi, più maturità critica e voglia di spaccare (e ti credo, dopo 10 anni… ndr). Le canzoni e parole si susseguono lasciando un’eco di vari stili e gruppi musicali che si incontrano per creare una sfumatura molto creativa per i Bizkit.

L’aggiunta di frame di voci registrate fra un brano e l’altro come momento di apparente realtà – quali una simulazione d’intervista fittizia molto cringe alla band (in “Snacky Poo”) e riflessione al ruolo delle aziende farmaceutiche nell’ultimo periodo (“Pil Pooper”) –  sono la prova di una voluta critica all’attualità.

Critique – Hard – Angry

Con una croccante apertura di pacchetto di patatine, un classico stereotipo del classico intervistatore medio disinteressato, inizia il brano “Snacky Poo” rivolto a criticare tutti i coglionazzi del mondo dello spettacolo (e non solo) che con grande probabilità avranno incrociato le strade dei Limp Bizkit. Segue su questo stile critique-hard-angry con “Love the Hate” e “Pil Popper” che riprendono tutti i giudizi in merito alla situazione sanitaria mondiale attuale, con un contorno di giudizi e riflessioni negative fatte alla band stessa, che li vede paragonati a famosi rapper e generi musicali del momento.

A questi brani pieni di rabbia e ironia, ne seguono altri dai sound molto interessanti soprattutto in riferimento alle influenze musicali che echeggiano. Sto parlando di “Empty hole” dove lo stile della voce di Fred Durst in questa ballad acustica ricorda tantissimo i preludi di “Aerials” di Serj Tankian dei “System of a Down” con una voce solenne, coinvolgente e calda, che fa arrivare con grande empatia il messaggio all’ascoltatore.

Il secondo brano che più rappresenta lo “scontro” delle influenze musicali del momento è sicuramente “Barnacle”, con uno stile molto Nirvanish ovvero un tributo alla Kurt Cobain mode, che riprende un po’ il tema file rouge dell’album: la terrific voglia di uscire allo scoperto urlando il proprio sfinimento.

Bizkit style

Di certo, nei brani dei Bizkit non mancano anche riferimenti a loro stessi. Fra questi, al primo ascolto di “Don’t Change” il richiamo alla loro celebre versione di “Behind Blue eyes” (brano originale dei The Who) è quasi immediato. Infine, i Limp Bizkit nel brano “Dad Vibes” sembrano quasi riprendere il non-più Nu Metal e Rock alternative dei Linkin Park, (gestendo meglio lo stile, ovviamente. Dopotutto Fred Durst e compagni sono delle istituzioni nel genere).

Still Sucks è l’album che fa finalmente riemergere i Limp Bizkit allo scoperto, e non solo. Fred e la band hanno trovato sì una modalità forse a primo ascolto “impulsiva” di forte spinta, ma dall’altro bisognerebbe considerare come la quasi mancanza di una singola etichettatura di genere per i loro 12 brani, rispecchia molto bene l’attualità. Infatti, in un mondo dove la diversità e mancanza di etichette o generi unici stanno sempre più acquisendo importanza in tutti gli ambiti, anche i Limp Bizkit sembrano voler adottare questo mindest.

Dolcetto o scherzetto? Direi che la sorpresa con la pubblicazione di questo nuovo album è assolutamente da succulente terrific dessert! Still Sucks è ricco di ingredienti e particolarità, forse non parliamo di una sacher ma di un bel dolcetto di Halloween da gustare tutto!

Welcome back Limp Bizkit!

a cura di
Francesca Bandieri

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