A 3 anni dal loro ultimo album, i Korn tornano con un nuovo album “Requiem”

Il fuoco nu metal dei Korn non si spegne mai: anche nell’era del covid-19, il gruppo di Bakersfield (California, US) si ripresenta ai suoi fan con un nuovo album ricco di sfumature. Se ci soffermiamo un momento a pensare al percorso che hanno fatto i Korn dal 1993 sino ad oggi, possiamo notare che è stato molto lineare e in crescendo. Non è da meno questo nuovo loro album, pienamente coerente con il loro stile.

Considerati i padri iniziatori del genere Nu insieme ai Deftones, e addirittura i primi a riscontrare un successo di livello globale fin da subito, il loro genere si può definire ibrido, aggiungendo elementi che non sono poi così convenzionali, dal funk, all’industrial e al groove.

La maturità di questo gruppo si nota in questo nuovo album Requiem, prodotto dai Korn con Chris Collier e pubblicato lo scorso 4 febbraio 2022 tramite la Loma Vista Recordings. Nonostante il cambio di membri del gruppo e i contagi da pandemia, la loro uscita non ha riscontrato grandi “difetti”.

Una pausa er Fieldy…

Infatti, nota di cronaca del gruppo è che lo scorso 21 giugno 2021 lo storico bassista del gruppo Fieldy aveva annunciato che si sarebbe preso una pausa a tempo indeterminato dall’attività della band a causa di problemi personali avuti negli ultimi anni. Al suo posto è stato scelto Roberto “Ra” Diaz dei Suicidal Tendencies, annunciato dai Korn il 12 luglio.

“Requiem”, il quattordicesimo album in poco meno di trent’anni (hanno esattamente la mia età di vita, gulp!), è il prodotto dello scenario che la band si è ritrovato in questi ultimi due anni fra pandemia e cambio del bassista, e che si discosta dall’ultimo album “The Nothing” pubblicato appena 3 anni fa.

Nonostante nell’ascolto siano assenti grandi innovazioni o elementi di rottura, “Requiem” (senza l’articolo ‘The’ davanti, ndr) si rivela un’opera atipica, seppur familiare dallo stile dei Korn. Si presenta diversa e lontana da facili paragoni con i brani usciti nel passato, siano questi quelli dei gloriosi anni ’90 o le più recenti che hanno visto il rientro di Head.

Ma analizziamo i brani dell’album…

I brani da “Forgotten” a “Worst is on its way” presentano un carattere deciso e carico di energia e voglia di uscire. Quella voglia che ha sempre contraddistinto la potenza e unicità dei Korn. Brano dopo brano, la ruvidità e il groove della band si uniscono in un file rouge con un’identità molto coesa e per niente discostante dal loro stile, che fanno piacevolmente vagare le orecchie dell’ascoltatrice/ore senza fatiche o stridi.

L’alternarsi dei proiettili canori di Davis, l’incalzante batteria di Luzier e gli indovinati apporti dei synth sono gli ingredienti che hanno sfornato “Lost in the Grandeur, traccia nella quale si presentano risate di sottofondo e accostato da un sano growl, riverberano echi dell’album del 2019 “The Nothing”.

Il penultimo brano “My Confession”, un pezzo che ricorda i Korn di “Issues” del 1999, è costruito sulle fondamenta del loro genere, il Nu metal, e realizzato dal suono delle chitarre ed effetto di un Davis “elettrico” che dà prova della sua malleabilità alternando in maniera impeccabile growl e clean vocals tanto morbose quanto trascinanti.

Scrutinio finale dell’album

Pagella? Per noi di Distorsioni Sonore, promossi con buonissimi voti! In soli 32 minuti di album totali, “Requiem” presenta una nuova voce dei Korn, pronta a far straripare quel fiume di energia che sono i Korn da anni, senza aver perso nessun colpo. La loro capacità di rinnovarsi restando sé stessi, li ha permesso di risultare sensibilmente contemporanei agli ascoltatori e artisti d’oggi.

a cura di
Francesca Bandieri

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