“In/Out/In” dalla noia dei Sonic Youth

I Sonic Youth, a distanza di dieci anni dal loro concerto di addio, ci regalano “In/Out/In”: una raccolta di jam registrate tra il 2000 e il 2010 in diversi studi, prese online e da una compilation fatta con altri artisti per la Three Lobed.

C’è così tanta gente che si è ispirata e che si continua ad ispirare ai Sonic Youth da non sentire la mancanza della band stessa. I suoni disturbanti che venti/dieci anni fa destavano stupore per la loro originalità e inadeguatezza, sembrano ormai ricondurre a troppi artisti noise. Gli allievi hanno superato gli storici maestri. L’apparente pacatezza dei Sonic Youth che sfocia in irrequietudine e tormento non appare più come qualcosa di nuovo e sconvolgente.

Non resta che riporre qualche vinile su uno scaffale, ignorare qualche album dalla propria libreria di Spotify, mettere da parte una fetta di storia del rock americano e proiettarsi negli anni ’80 per godersi al meglio l’album.

Beata instabilità

“In/Out/In” rispecchia completamente la discografia dei Sonic Youth. Una parte dell’album presenta brani più melodici, puliti e soft ma allo stesso tempo angoscianti e snervanti (ad esempio “Basement Contender” e “Out & In”) che ricordano dischi come “Goo” e “Rather Ripped”. Dall’altra parte ci sono pezzi forti, violenti, spigolosi, “da pogo” (come “Social Static” e “In & Out”) riconducibili a “Confusion Is Sex” e “Daydream Nation”. L’ultimo album dei Sonic Youth è altalenante e bipolare.

Il passaggio continuo da un’anima di “In/Out/In” all’altra dona armonia al disco e uno strano senso di sollievo all’ascoltatore. Perciò, nonostante l’ampia durata e la monotonia dei pezzi, l’album non risulta sempre impegnativo e noioso. “Machine”, il terzo brano posizionato al centro, è un’ancora di salvataggio: dà leggerezza e intensità a tutti gli altri pezzi pur essendo frenetico e aggressivo. È senza ombra di dubbio un pezzo indispensabile per la fruibilità del disco.

Andiamo avanti

“In/Out/In” sicuramente non ribalterà o stravolgerà l’opinione del pubblico riguardo i Sonic Youth. Non fa altro che confermare e ribadire i tratti caratteristici della band newyorkese. D’altronde è un insieme di mixtape tratti da lavori precedenti: non ci si poteva aspettare un risultato troppo distante dai loro vecchi album.

a cura di
Lucia Tamburello

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