IN6N racconta IN6N. “Strade perdute” fuori il 3 febbraio

Abbiamo fatto quattro chiacchiere con IN6N. Tra fotografie e musica, passato e futuro, Roma e Milano

“Emozioni urlate” è la totale rappresentazione di IN6N. Un artista romano della scena emo-punk-hardcore. Un artista pieno di sfumature e contraddizioni. Dal viso angelico di Gianmarco Ciullo, a quello vitreo e demoniaco di IN6N.

Io, avendo avuto il piacere di parlarci, ho sentito tutta la sua socievolezza e la voglia di raccontarsi. In questo caso senza urlare: parlando con spensieratezza. Quindi non aggiungo altro, ecco l’intervista.

Sei pronto per la trasferta di Wendynightmare a Milano? Precisamente giovedì 26 gennaio al Gate.

Prontissimo. Wendy Night è una figata! Penso sia proprio una cosa bella che è partita da Roma e si sta diffondendo in tutta Italia. Ora stiamo andando a Milano, poi abbiamo anche altre date. E quello che ho notato è che anche a livello di scena emo punk, di impatto effettivo poi sulle persone, ce ne ha avuto tantissimo. Dopo che abbiamo fatto la Wendy Night a Roma tutti ovunque “ah ma si sta ricreando la scena”. Quindi è molto potente, va al di là delle storie su Intagram e dei post, ma anche a livello effettivo sulle persone. Quando una cosa smuove le anime e le coscienze delle persone vuol dire che stai facendo qualcosa di potente.

IN6N al Wendynight di Roma
So che tu hai iniziato come fotografo per band in concerti emo-hardcore, giusto? Come è avvenuto il passaggio alla musica o se c’è sempre stata? E di questa scena quali sono i gruppi e gli artisti che tu stimi di più, ai quali magari ti sei anche ispirato? 

Allora, il passaggio da fotografia a musica è una cosa particolare. Io non credo nel destino. Però credo molto nel percorso e io diciamo che la musica ce l’ho sempre avuta dentro. Proprio a livello energetico. Prima di tutto quando ero piccoletto volevo fare break dance. Facevo skate. Facevo i graffiti. DJ ci ho provato, però niente. Ho detto: mi metto a scrive e ho iniziato a scrivere dei testi rap. Successivamente, dopo la mia fase hip pop/skater è subentrata l’emo. È  subentrata perchè ero abbastanza chiuso, timidino, non riuscivo a trovare la giusta comunicazione con le persone. Io ho subito empatizzato tantissimo con la musica emo e le persone che ne facevano parte e quindi ho iniziato a fa le foto, prima agli amici miei e poi alle band degli amici. Quindi diciamo che io sono cresciuto incosciamente musicalmente attraverso l’obiettivo fotografico sotto al palco, stimando ogni persona che suonava. Cioè era una roba “oh grandi rega”, magari finivano di suonare e ci chiacchieravi per creare un po’ di connection fuori. Quindi musicalmente si, ho iniziato come fotografo di band. Infatti il mio team IN6N è un insieme di persone, come se fosse una band.

Il tuo nome, IN6N, come nasce? Adesso mi dici è una band, un insieme di persone…

Allora, IN6N è un progetto legato al fatto che tutte le persone che stanno all’interno hanno la stessa visione musicale, creativa e a livello di attitude. Inizialmente è stata una mia follia, anzi una follia degli amici che mi hanno detto di provare. Ho provato in inglese e mi fanno “Ah zi ma tu sai reppà, fallo in italiano”. In quello momento era scoppiata in Italia la wave di Lil Peep, di XXXTentacion, di Ghostmane e io quando ho visto Ghostmane ho detto “okay, io voglio fa questo”.  E i primi bozzetti che avevo fatto, perchè faccio il grafico anche, del logo erano IN6N.

Cover del singolo WTF
Tu fai emo, punk, hard core, trap. Un insieme di cose. In questo periodo l’emo è tornato di moda Secondo te perchè proprio l’emo sta tornando così tanto in voga? 

Secondo me è una questione un po’ per il periodo storico, però ti dico onestamente che secondo me è una questione legata alle persone che hanno fatto in modo tale che questo genere potesse ritornare. Io te lo dico onestamente, secondo me se non fosse spuntato fuori un Younglin, un Lil Peep, un XXXTentacion, cioè tutta la scena emo-trap americana, non si sarebbe ricreato niente. Perchè comunque il pop punk in Italia c’è sempre stato, il pop punk nel mondo c’è sempre stato, però la musica è fatta di cicli come l’arte. Finisce un ciclo e ne inizia un altro. Secondo me adesso si entrerà in un nuovo anno di musica elettronica. Si cercherà di andare meno sulla trap e più su roba elettronica. 

Parliamo delle tue canzoni: hai fatto un sacco di roba molto diversa, noto che ultimamente stai cambiando per certi aspetti, un pò più orecchiabile paradossalmente. Però ti volevo chiedere se ci racconti il pezzo che, fino ad ora, è più rappresentativo. Dove hai messo tutto. Cosa sempre difficile da dire per tutti…

In realtà ce l’ho un pezzo che mi rappresenta. E ti dico anche finalmente ce l’ho un pezzo che mi rappresenta. Cioè che rappresenta il “me” di adesso, perchè magari fra due mesi non mi rappresenta più.

Lui e lei è una canzone che mi rappresenta tantissimo perchè è uno storytelling. E’ come se fosse una sorta di diario degli appunti. Ecco, è come se fossero foto che io ho scattato durante le cose che ho visto in questi anni, che hanno fatto parte delle mie giornate, della mia routine. Si, è come se fossero tante foto. Infatti secondo me è un pezzo che è stato un pò sottovalutato a livello di testo,  invece è figo perchè se tu lo leggi e lo ascolti guardandolo, immagini un film. Ho cercato di fare un reportage fotografico di tutto quello che avevo visto in quel periodo

Cover del singolo Strade Perdute, in uscita il 3 febbraio
Beh, ritorna anche la connessione con la fotografia. Invece, ho visto che il 3 febbraio esce un nuovo singolo, “Strade perdute”. 

Sì esatto. A livello musicale mi piace un pò fare quello che mi pare, quindi il prossimo pezzo, che sarà “Strade perdute”, sarà un pezzo post punk, mezzo ghost. E tra l’altro è un featuring con una band americana che si chiama Love Ghost, sono fortissimi!

Il precedente singolo era è “WTF”. Cosa racconta? 

“WTF” è proprio Roma. Sono io. Dopo il primo trap metal, ho iniziato a scrivere tutta roba distruggendo il personaggio metal cattivo. Ho detto, “ok sono Gianmarco e ora Gianmarco vi racconta la sua vita”. Da “Non mi passa” in poi la mia musica è cambiata e io mi sono reso conto che, distruggendo un pò il personaggio che mi ero creato, ho distrutto una barriera che si era creata tra me e le persone. Quando dico “180 sul raccordo e dico WTF”, sono proprio io che sto a sbroccà in macchina o che mi prende a male. Quindi, come sempre, emozioni urlate!

a cura di
Lara Melchionda

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