Luca De Gregorio ci parla del suo nuovo singolo “Lasciami Fuori”

“Lasciami fuori”, il nuovo singolo di Luca De Gregorio, è un brano pregno di emozioni, una promessa, un patto di sangue di amore eterno. Può essere considerato un posto in cui due anime sapranno sempre dove potersi ritrovare.

Luca De Gregorio, legato fin da giovane alla sfera musicale, è un cantautore e poli- strumentista. Prosegue la sua vita tra musica e università, arrivando a calcare palchi e festival blues internazionali. Nel 2016 viene riconosciuto e inserito tra i talenti concorrenti del Team Dolcenera nel programma di The Voice Of Italy e nel 2017 uno dei suoi brani viene scelto dall’artista Suor Cristina per il suo secondo disco ‘Felice’ 

Noi di Distorsioni Sonore l’abbiamo intervistato.

Ciao Luca e benvenuto su Distorsioni Sonore! Parliamo subito del tuo nuovo singolo Lasciami fuori”. Quando è nata lidea di questo nuovo pezzo e come si è evoluta?

Ciao, grazie mille a Voi per questa chiacchierata. L’idea, la struttura e la forma musicale di questo brano esistevano in realtà già da tempo: erano state registrate come demo “chitarra e voce” o “piano e voce”, senza un testo vero e proprio.

Volendo scendere ancora più in profondità, nello specifico, le radici del pezzo risiedono in un concetto-chiave ben preciso: l’esigenza di avere un “posto emotivo” in cui due anime possono e potranno sempre ritrovarsi, indipendentemente dalle strade intraprese, dalle reciproche differenze e dalle rispettive scelte; un “luogo del sentimento” dove realizzare e vivere un legame su un “piano diverso”, al di là di tutto: persino da ciò che la razionalità potrebbe suggerire. Lontano, “Fuori”, appunto, da tutto il resto. 

La cosa interessante davvero è che, dopo la prima stesura, la prospettiva è mutata: le mie parole hanno infatti incontrato, abbracciandola, la storia di una donna. Nel testo è soprattutto lei a parlare, a narrare il suo legame con un’altra ragazza.

Questo singolo è il quadro di una società che ancora non riesce ad accettare ciò che può sembrare diverso, ma che diverso non lo è. Quale messaggio vorresti portare, sopratutto per le nuove generazioni?

In punta di piedi, ho provato a racontare un sentimento e poi e a toccare una tematica importante, in qualche modo introdotta dalla storia personale di una ragazza. Mi piacerebbe risponderti, in questo senso, menzionando una considerazione offertami direttamente dai primi ascoltatori del pezzo: è stato molto significativo riscontrare – al di là del rapporto e della storia narrata fra le due donne – come “Lasciami Fuori” sia stata percepita come una “preghiera verso sé stessi”.

Una sorta di litania intitolata alla propria interiorità, ad uno specchio intimo: una riflessione endogena, capace di farci giungere a nuove consapevolezze, a una preziosa messa in discussione di sé. È un‘esortazione a proteggere chi siamo, i nostri sentimenti: non solo dalle nostre paure, dalle indecisioni interiori, ma anche – come si evince dalla storia di questa donna – dai pensieri e dal condizionamento del mondo esterno: solo così, solo alla fine di questo processo di crescita credo si possa trovare il coraggio; il coraggio di essere e vivere ciò che si è, di amare chi e cosa si sente di amare.

Ecco, ritengo sia questo il messaggio più bello fra tutte le sfumature del brano.

L’arte è un mezzo fondamentale per esprimere la propria visione del mondo, i propri sentimenti e le proprie debolezze. Fin da piccolo sei stato legato al mondo musicale, ma cosa rappresenta per te? Hai altri mezzi di espressione?

Mi appassiona tutto ciò che è creativo, dal disegno alla musica, dal teatro alla danza; la comunicazione che c’è dietro un testo, il suono delle parole. Ma anche osservare e carpire la storia delle persone dalle loro facce: ho studiato anche queste cose per arricchire il mio bagaglio artistico.

Torno sempre, però, ad abbracciare una chitarra o a sedermi al pianoforte: è lì che il tempo si ferma, è lì che mi sento a casa, è lì che respiro. Se scendo da questo palco, scendo dalla mia vita; non ho ossigeno. La forma “canzone” e la voglia di scrivere e cantare qualcosa di “mio” sono venute di conseguenza.

Durante il percorso artistico non è raro sentirsi legato maggiormente a qualche pezzo in particolare. C’è qualche canzone a cui sei legato in maniera più forte?

Cito spesso John Mayer e la sua “Gravity” per un semplice motivo: il Blues ha invaso la mia vita e “Gravity” è un ponte perfetto fra quelle radici e le contaminazioni pop-rock che mi hanno appassionato negli anni; il tutto concentrato in unica canzone, caratterizzata da un’arma potente: la semplicità.

I testi delle tue canzoni sono profondi e permettono allo spettatore di entrare in empatia con le tue parole. C’è qualche artista che ha ispirato maggiormente la tua produzione musicale?

L’anima di Battisti e la sua curiosità verso il mondo americano sono una cosa che ho amato tantissimo e ho rivisto anche nel mio percorso musicale. Per quanto riguarda il mio nuovo sound e le storie del prossimo Ep.

L’intimità, l’esigenza e la ricerca di qualcosa di nuovo mi hanno in primis ricondotto alle origini: imbracciare la chitarra acustica, tornare al pianoforte, è stato per me come tornare alla fonte. Ho da poco scoperto una nuova casa. E’ una contaminazione difficile da esprimere, ma tipicamente americana. Il connubio acustico – pop – elettronico ha poi rappresentato un’autentica scoperta: un viaggio attraverso malinconie che ho visto sposarsi sorprendentemente con mood ambientali-elettronici.

E’ stato davvero emozionante sentire l’intimità di una canzone – “chitarra acustica e voce” o “piano e voce” – evolversi e ruggire attraverso la produzione di questo nuovo Elettro – Folk – PopRock – Alternative.

Il lungo periodo di lockdown ha portato molti artisti alla ricerca di nuove parole per esprimersi. In che modo il periodo appena trascorso ha inciso sulla tua produzione musicale?

Anni di silenzi, sacrifici e paure sono stati durissimi soprattutto per noi del mondo dello spettacolo, inutile negarlo; ma in qualche modo hanno caratterizzato anche le fondamenta su cui ho provato a mantenermi in equilibrio, ad occhi chiusi, fra le parole “canta” e “autore”: termini che, uniti, hanno un peso ancora più grosso da dimostrare. Il lockdown ha inciso tantissimo: è proprio in questo periodo che ho maturato la scelta di raccontare le mie storie, scandagliando anche gli aspetti più sofferti, e scoprire questo nuovo sound.

Domanda finale: hai già dei progetti futuri in campo musicale?

Insieme alla produzione stiamo ultimando l’Ep. Presto usciremo con nuove canzoni, incluso il singolo che darà il nome all’intero progetto musicale. Un altro brano a me caro, in cui per la prima volta mi sono messo a nudo, raccontando un pezzo di vita strettamente personale. La formazione e il consolidamento di questo nuovo sound, dal vivo con la band, sarà messo in cantiere come prossimo step immaginando un tour.

a cura di
Valentina Vitrani

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