Si chiama “Notti a caso” il nuovo singolo dei BRX!T, l’insolita band torinese che pubblica il suo secondo singolo dopo quello di debutto “Salta L’intro”. “Notti a caso” conserva lo stile “grezzo” anche se meno punk rispetto al primo brano, entrambi comunque segni distintivi della band.

Noi li abbiamo intervistati, ecco cosa ci siamo detti!

Ciao ragazzi, benvenuti! Il 13 gennaio avete pubblicato il vostro secondo singolo, Notti A Caso”, un brano brit e garage rock: com’è stato riuscire a scrivere un brano del genere in italiano?

Ciao a voi! Il brano nasce circa due anni fa da un riff di Gabe, il nostro chitarrista. Il giorno dopo lo ha portato in sala e il resto della band ha automaticamente trovato il mix giusto per l’arrangiamento. Di conseguenza il testo è venuto da sé. Lore, il nostro cantante, aveva già chiara la tematica sentendo la strofa “lenta violenta” e il ritornello con “volumata”. “Notti A Caso” in effetti è il brano dell’album che è uscito in maniera più naturale.

Sappiamo che la produzione del brano è stata di Bianco. In che modo ha saputo arricchire questo brano?

Quando Alberto ha sentito il provino per la prima volta è riuscito subito a captare il mood della canzone e ci ha fatto lavorare più che altro sull’intenzione del brano, per fare emergere ancora di più l’anima della canzone. Ci siamo messi in sala prove un pomeriggio intero a cercare il suono di cassa giusto, la parte di manico di chitarra dove fare esplodere l’emotività del bridge e gli incastri con il basso. Tutto questo correlato ad una serie di ascolti consigliati dallo stesso Bianco, in primis i NOFX e gli Archive. È stato veramente magico.

   
“Notti A Caso” segue il singolo d’esordio Salta l’intro”, anche questo molto punkettaro, ma la cosa interessante è che in Notti A Caso” si affronta lo struggle dell’essere diventati dal disturbatore il disturbato nelle notti brave: come ci si sente?

Il nostro batterista Ale e il nostro cantante Lore si passano ben nove anni di differenza. Questo potrebbe essere un blocco in certi casi, essendo loro di due generazioni diverse, eppure condividono la stessa anima punk e la stessa voglia di spaccare tutto ogni volta che ce n’è occasione. È però anche vero che quando si cresce si hanno responsabilità diverse (o anche solo, banalmente, orari diversi) ed è qui che nasce il significato della canzone: da un lato c’è chi a vent’anni vuole ancora far casino alle 4 del mattino disturbando chi, dall’altra parte, a trenta cerca del meritato riposo.

“Salta L’Intro” è un po’ l’inno della generazione di chi è nato negli anni Novanta e che ha vissuto nell’epoca del mordi e fuggi. Quando ci sarà secondo voi un punto di svolta nel mondo della musica italiana che è ormai abituata a canzoni brevissime e finalizzate solo agli stream?

Difficile dirlo, ma pensiamo che il mondo viva dei cicli e delle fasi che inevitabilmente subiscono un’interruzione. Quello che vediamo quotidianamente è un piccolo cenno a ricercare “esperienze” che vadano al di fuori degli algoritmi. Questa controreazione nella nostra piccola cerchia è già un indicatore che le cose stanno cambiando. Siamo pieni di così tanta musica che forse è diventata troppa e noi in primis iniziamo a privilegiare un’esperienza autentica piuttosto che un album che ascoltiamo perché suggerito dall’algoritmo e di cui ci dimentichiamo l’esistenza dopo due minuti. Forse a volte è bene fare un passo indietro e ricordarsi che la musica è esperienza, condivisione: una jam in sala con gli amici, la coda per andare a vedere un concerto atteso o anche comprare quel vinile che ormai è introvabile per ascoltarlo in camera al buio.

Quali sono gli ascolti che vi hanno accompagnato di più nell’ultimo periodo e che vi va di condividere con noi?

Tutti e quattro abbiamo abitudini di ascolto differenti. Solitamente ognuno di noi ascolta robe diametralmente opposte per poi ritrovarsi in sala e cercare una sintesi o un comune denominatore che possa essere funzionale alle canzoni nuove da scrivere. Possiamo passare dai Meganoidi ai Red Hot Chili Peppers, dagli Arctic Monkeys ai Foo Fighters, traendone costantemente ispirazione.

Impazienti di ascoltare qualcosa di nuovo, non possiamo che chiedervi se avete già altro in cantiere!

A febbraio “chiuderemo il cerchio” dei singoli anticipatori dell’album pubblicando il pezzo più diverso e particolare di questi nostri ultimi due anni. Invece a marzo uscirà l’album, “Vivere di nascosto”. È un lavoro che restituisce un quadro più completo del nostro cammino: avrà picchi di volume e testi introspettivi. Non vediamo l’ora di farvelo ascoltare!

a cura di
Redazione

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