Niamh e People of The Underworld: l’intervista
I Niamh hanno deciso di dedicare agli ultimi il quarto e nuovo album: ecco PEOPLE OF THE UNDERWORLD.
People Of The Underworld è un viaggio nel sé più profondo. Più che goth, con un retrogusto di rabbia e vendetta. Un modo per affrontare insieme la tristezza e l’euforia. Ecco la nostra intervista con loro
Come descrivereste l’evoluzione del vostro sound da “CORAX” a “People of the Underworld”?
[Mike] Lascio questa domanda a Colli, che sui primi lavori può dare anche un punto di vista “dall’esterno”.
[Colli] Ascoltando in ordine cronologico gli album, si può sentire il nostro sound che si evolve. I primi album sono più tirati, più nervosi, hanno uno stile più irrequieto. Passando da Autumn Noir a People of the Underworld si nota un certo tipo di sound più oscuro, dark, quasi più maturo.
Raccontateci i momenti chiave della creazione del nuovo album
[Teja] Forse quando ognuno porta le proprie parti e condivide le proprie idee con gli altri musicisti. Scambiarci le idee è una cosa imprescindibile per noi, a volte puoi non renderti conto di come un’idea possa non funzionare finchè non ti confronti. Viceversa a volte capita che un’idea che all’inizio ti sembra traballante, convinca tutti e con un po’ di lavoro venga fuori davvero una bella cosa. Ecco, direi che i momenti di confronto siano i momenti chiave,
Come è stata la collaborazione con Harakiri su “Antibiotic”?
[Mike] Seguiamo più o meno tutti i generi musicali. Sì, vabbè, eccetto quelli inascoltabili, diciamo… e il nuovo trend italiano nell’ambito di rap e speech ci ha sempre affascinato. Harakiri ci ha colpito fin da subito, le sue tematiche e il modo di approciarvisi ben si sposa col nostro modo di essere. Ha subito detto di sì e il risultato è davvero intrigante.
Qual è la vostra canzone preferita da suonare dal vivo e perché?
[Colli] “The unloved”, dal primo all’ultimo secondo è un pugno che arriva in faccia all’ascoltatore. Volume e potenza che vengono fuori per tutta la durata del brano ed il pubblico percepisce la nostra energia.
Qual è stato il commento positivo migliore che avete ricevuto e quale il peggiore?
[Mike] Oddio, non saprei proprio! Però mi fanno ridere quei complimenti fatti “pro forma” (cosa che ovviamente abbiamo fatto anche noi eh). Sai quando magari sei stato a scaldarti o rilassarti pre-concerto nel backstage e la band precedente ti chiede “Beh, come ti è sembrato?” e tu con l’espressione scema dici “avete spaccato ragazzi!”. Oppure “eh si sente che siete migliorati, ora siete più band!”
Quali sono i vostri piani per il futuro dopo “People of the Underworld”?
[Mike] Visto che causa lockdown il terzo album abbiamo potuto promuoverlo poco dal vivo, stavolta ci puntiamo molto. Stage2Stage e MVO agency ci aiuteranno, 2024 e 2025 lo passeremo a suonare in giro. Le prossime sono a Torino, Genova, Milano e Praga. Se passate da quelle parti… 🙂
a cura di
Staff