Hayley Williams e soci riflettono sulla vita, sull’amore e su ciò che perdiamo mentre il mondo si fa più rumoroso, nel sorprendente sesto album dei Paramore.

Per un paio di sere lo scorso ottobre, i Paramore sono tornati a essere i signori dell’emo, accanto ai My Chemical Romance, come co-headliner dell’eccezionale show di Las Vegas When We Were Young. Il trio del Tennessee ha rispolverato il proprio repertorio, tirando fuori solo un paio di canzoni scritte dopo il 2013 e ricordandoci perché ci siamo innamorati delle prime produzioni. Tuttavia, non un grammo di quel nostalgico assecondamento è trapelato nello splendido sesto album This Is Why.

“Se hai un’opinione, forse dovresti spingerla”, intona la frontman Hayley Williams sopra i primi accordi giocosi della title-track. Da un lato, sembra un ritorno al vecchio fascino velenoso e piccante con cui la cantante si è fatta un nome. Dall altro, è un segnale che sta andando con orgoglio per la sua strada.

Paramore
La band in una promo dell’ album
Dentro l’album

A sei anni da quando i Paramore hanno pubblicato “After Laughter”, il songwriting di queste dieci tracce ne sembra un’evoluzione naturale: leggermente più vecchio, leggermente più saggio, molto più indignato per lo stato del mondo. Sotto il suo ritmo trascinante math-rock, “The News” lamenta il sovraccarico di cattive notizie da tutto il mondo, che si sta sgretolando nonostante la sua connessione.

“Running Out Of Time” carica i suoi ritmi dance oscillanti con l’ansia della clessidra che si svuota. L’intelligente “C’est Comme Ça” (francese per “è proprio così che è”) diventa una resa dei conti sull’imminente mezza età, tra appuntamenti chiropratici, riduzione della caffeina, ma sempre con ironico buon umore.

Hayley e il batterista Zac Farro hanno pubblicato ciascuno un paio di altri eccellenti dischi negli ultimi anni (i suoi album da solista “Petals For Armor” e “Flowers For Vases”; le sue uscite “Natural Disguise” e “Motif” con HalfNoise) ma è straordinario quanto tutto questo ricordi ancora distintamente lo stile Paramore. In parte ciò è dovuto all’ottimo lavoro del produttore Carlos de la Garza, che è stato con loro fin dall album omonimo del 2013.

Ancora più significativa è la volontà di Hayley di attingere ancora una volta alla versione accresciuta del suo vero personaggio, calpestando la palpitante linea di basso di “You First”, aumentando il melodramma ad alta tensione in “Figure 8”, fino a scivolare nel crepacuore quasi adolescenziale di “Liar”.

La copertina dell album
This is Why

Sottolineando davvero quanto lontano siano arrivati dal periodo di massimo splendore dell’emo, queste canzoni hanno tanto (o più) in comune con icone alt-pop come HAIM, Alanis Morissette o Fiona Apple quanto persino con i contemporanei più “rock” dei Paramore come Fall Out Boys e Panic! At The Disco. C’è anche un allettante paragone tra Hayley e l’amica megastar Taylor Swift, per la quale la band aprirà il mese prossimo: entrambi cantanti iconici che sono cresciuti sotto i riflettori, dissolvendo la loro facciata zuccherina per rivelare la complessità emotiva e l’arte più astratta.

Alla fine, però, mentre il romantico flusso di “Crave” si apre nella sua celebrazione di futuro e passato connessi e la traccia di chiusura “Thick Skull” fa girare la sua introspezione vecchia scuola, in una composizione vivacemente contemporanea, è impossibile per quelli di noi che li hanno seguiti in ogni fase del percorso non essere risucchiati in questo intrigante capitolo successivo della storia dei Paramore – e sapere che, nel cuore, sono ancora i ragazzi di una volta.

a cura di
Mattia Mancini

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