Sugar For Your Lips: l’alternative rock che è salito sul palco di Sanremo

Gli Sugar for your lips sono una band calabrese proveniente da Cosenza composta da Antonio Belmonte, Vincenzo Maria Campolongo, Gianpasquale Blefari e Domenico Bellizzi. Hanno iniziato a suonare nel lontano 2013, anno nel quale uscì il loro primo EP Be Sweet”, seguito da tanti concerti e cambi di formazione che li hanno portati a pubblicare i primi due singoli, “Zucchero per le tue labbra” e “Confine“, soltanto nel 2019.

Nel 2020 gli SFYL si qualificano per le finali italiane di Sanremo Rock, esibendosi al teatro Ariston di Sanremo e portando in gara il brano: “0-“. Rilasciano, rispettivamente nel 2021 e 2022, altri due singoliSalvami” e “Idea” che fanno parte del loro primo album: “Spleen“.

Il genere che più li rappresenta è l’alternative rock caratterizzato da un’atmosfera cupa e da continui riferimenti alla letteratura.

In merito alla canzone “Idea“, la band ne parla così:

“Nasce dalla necessità di trovare qualcosa a cui aggrapparsi per non affogare in un mare di merda. Non importa cosa sia: una persona, una sensazione, un luogo, un’idea. L’importante è seguire questo qualcosa. L’immaginario del brano vede una sensazione di stordimento iniziale, dovuto al trovarsi sott’acqua e non riuscire a risalire a galla. Nel mezzo di quello che può sembrare un sogno lucido si intravede una luce, e seguendola riemergiamo dal fondo e ci slanciamo verso ciò che vorremmo essere”.

Quello che si prova dall’ascolto degli SFYL è un grido di rabbia e voglia di rivalsa dovuto al disagio e al senso di alienazione che tutti noi proviamo nel mondo di oggi. Musica furiosa, ma con un effetto salvifico.

Non a caso il loro primo album si chiama “Spleen, ovvero quella perenne sensazione di amara malinconia ed insoddisfazione interiore, descritta da Charles Baudelaire.

“Spleen è la necessità di doverci confrontare con noi stessi, è un percorso che affrontiamo per conoscerci. Nasce da questa spinta, una voglia di rivalsa su tutto ciò che di brutto c’è nella nostra testa, tutte quelle voci che ti dicono che sei un fallito e che non starai mai bene nel mondo. Spleen è tedio, decadenza. Fastidio nei confronti di una vita che non è come immaginavi. È per tutte le persone che non si sentono a loro agio”.

a cura di
Federico Cataldi

Seguici anche su Instagram!
Leggi anche: I Babbutzi Orkestar e il loro “Pornopunk”
Leggi anche: Bryan Adams, “So Happy It Hurts”. Dal Canada va tutto bene

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *