Unwlcome: Andrea ci racconta del nuovo album
“Be Unwelcome or die” è il nuovo album degli Unwelcome. Andrea, cantante e chitarrista della band, ci ha parlato del suo significato.
La genuinità la si vede nel lungo periodo. Il che banalmente significa che se dopo venti o trenta anni si ha ancora la stessa grinta di un tempo, musicalmente parlando, è come se il tempo non fosse mai passato. In questo gli Unwelcome sono estremamente genuini, e lo dimostrano con il nuovo disco “Be Unwelcome or die”, recentemente pubblicato da Ammonia Records e che ci riporta alla golden era del crossover. Facciamoci raccontare tutto da Andrea.
Ciao Andrea, è un piacere per noi poterti intervistare, parliamo del nuovo album “Be Unwelcome or die”. Cosa rappresenta per voi?
Grazie a voi per la disponibilità! “Be Unwelcome or die” è un disco in cui crediamo molto, e siamo davvero molto soddisfatti. In generale l’accoglienza è stata ottima: il disco è piaciuto, le recensioni sono davvero positive e di questo siamo certamente contenti…non sapevamo quale sarebbe stata l’accoglienza e c’è sempre un po’ di apprensione, ma direi che finora il riscontro è stato ottimo.
Un titolo particolare che nasce… da quali pensieri?
A: ”Be Unwelcome or die” è sempre stato il nostro slogan, lo stampavamo sui flyer, sugli adesivi, sulle magliette, era il dominio del nostro sito internet e ci è sembrata la scelta più ovvia per questo nuovo disco. E poi racchiude un po’ il nostro modo di essere e di concepire la band: sgraditi ma sempre e comunque noi stessi fino alla fine.
Le canzoni hanno tra di loro un filo conduttore? Se sì, quale?
A: Il vero filo conduttore siamo noi, con tutte le esperienze e le vicissitudini che ci hanno segnato e condizionato nel bene e nel male in questi anni. Naturalmente siamo cresciuti, siamo maturati come persone e come musicisti ma il rapporto di amicizia, collaborazione e complicità non è mai venuto meno. La verità è che non ce ne siamo mai veramente andati…diciamo che ci siamo presi una lunga pausa, durante la quale alcuni di noi hanno continuato a fare musica (Kessler, Gr3ta, TheBuckle), fare dischi, fare concerti…e penso che tutto quanto si percepisca in “Be Unwelcome Or Die”.
Sono molte le influenze e le contaminazioni del disco, e lo sono sempre state in tutte le vostre produzioni. Chi o cosa vi ispira ancora maggiormente?
A: In effetti noi ci siamo sempre considerati una band “crossover”, ci è sempre piaciuto travalicare i generi, ibridare, cogliere influenze un po’ ovunque per farne il nostro suono, che noi abbiamo sempre chiamato “Space-core”, che poi è la definizione che più ci piace. Non ci siamo mai posti dei limiti o dei paletti, e non abbiamo mai avuto un suono o un artista di riferimento, facciamo quello che ci piace senza preoccuparci di nulla. Ci annoiamo facilmente, non ci interessa ripetere una formula all’infinito…siamo liberi di esplorare, ovviamente restando sempre bene o male nell’ambito della formula-canzone, e tenendo sempre in primo piano la melodia, magari “storta”…ma c’è sempre!
C’è qualche cosa del vostro passato artistico che vorreste cambiare?
A:Uhm… in definitiva noi siamo il frutto di tutti gli errori e di tutte le decisioni prese nel passato, giuste e sbagliate.Certo se potessimo riavvolgere il nastro di questi ultimi venti anni, probabilmente, l’unica cosa che cambierei sarebbe la decisione di fermarci. Credo sia stato un errore e che ci abbia penalizzato…ma anziché pensare al passato penso sia più stimolante concentrarci sul futuro.
Al contrario, c’è qualche cosa che non avete ancora realizzato e che vorreste fare?
A: Effettivamente c’è un’idea che ultimamente ci frulla in testa…ci piacerebbe riuscire a realizzare un tour o un festival itinerante insieme ad alcune delle band del cuneese che ci piacciono e che stimiamo: If I Die Today, Ape Unit, BadBones, Space Paranoids, Cani Sciorrì, Flying Disks, Infection Code (che non sono cuneesi ma non importa). Alcuni hanno appena fatto uscire un disco nuovo, altri lo faranno a breve e penso che siano delle band davvero molto valide. potrebbe essere una cosa interessante. Cuneo uberalles!
a cura di
Redazione