Vasco Brondi – Monk Club, Roma – 15 maggio 2023

Il chakra del cuore di Roma è completamente aperto per accogliere in città la musica di Vasco Brondi

Sono le 21:00 e piove ininterrottamente qui a Roma. Le porte del Monk Club sono aperte e, una persona alla volta, quella sala che conosco così bene si riempie. Sold out, la prima data del tour di Vasco Brondi in cui riporta sul palco Le luci della centrale elettrica con “Canzoni da spiaggia deturpata”.

Questo tour, infatti, è una festa. Sono passati quindici anni dal 2008, anno in cui quel disco nacque. Vasco lo festeggia suonandolo tutto, da “Lacrimogeni” a “Nei garage di Milano nord”. Il pubblico festeggia con l’entusiasmo, e la nostalgia, di poter riascoltare live quelle canzoni che non sentiva da troppo tempo.

Non mi sembra di aver mai visto, negli occhi del pubblico in attesa, tanta gioiosa impazienza. O forse si, ma qui le vibrazioni nell’aria sono così belle che dimentico subito tutto quello che c’è fuori, tutto quello che c’era prima. Guardo la scaletta ai piedi di un’asta e capisco subito che Vasco Brondi stasera farà godere chiunque, come me, abbia la vita quotidiana accompagnata da quegli accordi, dalle sue parole.

Canzoni da spiaggia deturpata

Con un leggero ritardo, Vasco Brondi sale sul palco del Monk accompagnato da Giorgio Canali. Una grande emozione anche questa, essendo stato proprio lui il produttore artistico di “Canzoni da spiaggia deturpata”. Un disco registrato nella camera da letto di Giorgio Canali, con un solo microfono, e fatto delle prime canzoni che Vasco avesse mai scritto.

Foto di Tommaso Notarangelo, Giorgio Canali

Sul palco anche Daniela Savoldi, la violoncellista che accompagna Vasco fin da quell’inizio. “La relazione musicale più lunga”, come lui stesso dice dal palco presentandola. Noi lo capiamo bene, da come alla fine del concerto l’abbraccia. Poi, ancora, i suoi compagni: Andrea Faccioli, Niccolò Fornabaio e Gabriele Lazzarotti.

Foto di Tommaso Notarangelo, Daniela Savoldi

Come detto sopra, si suona tutto “Canzoni da spiaggia deturpata”. Si suona “Piromani”, la canzone che contiene il segreto di quel nome: Le luci della centrale elettrica. Si suona una canzone che non era stata mai suonata live, mai prima d’ora. Cioè, “Nei garage di Milano nord”. Le prime volte sono sempre momenti memorabili.

E non solo…

Si prosegue con la lunga scaletta. Altre quattordici canzoni, alcune delle più belle. Ci piacciono tutte ma, effettivamente, vorremmo anche molte di quelle che in scaletta mancano.

Chi conosce Vasco Brondi sa che le canzoni non bastano. Ecco, quindi, incursioni di poesie. Una, in particolare, dice: “sparirà il rock and roll, torneranno le preghiere”. Ed io non posso fare a meno di chiedermi se non fossimo tutti qui, questa sera, a vivere un’esperienza così terrena e così divina, a vivere una preghiera attraverso la musica.

Beh, perdonando le mie elucubrazioni mentali, che forse son normali durante e dopo un concerto di Vasco Brondi, torniamo a quella cosa considerata tanto importante: i fatti. Ma i fatti, a questo concerto, son tutt’altro che freddi e razionali. Vasco Brondi canta “Qui” buttandosi sul pubblico, con il pubblico. Si urlano in faccia che è un super-potere essere vulnerabili!

“Cara catastrofe”, poi, è una canzone che già di suo possiede l’intensità insita in quella drammatica parola. L’intensità dal vivo aumenta: le pennellate di violoncello colorano quella drammaticità, le chitarre sputano l’energia vitale della rabbia, il coro continuo del pubblico è una catarsi collettiva.

Dopo aver suonato “Chakra”, scendono dal palco. Tornano solo Vasco e Giorgio per suonare “La gigantesca scritta Coop”. Poi di nuovo tutti sul palco fino alla fine: un bis fatto di due canzoni e conclude il concerto quel testo triste ma speranzoso che è: “Quando tornerai dall’estero”.

Il concerto è finito

Finisce la prima data del tour di Vasco Brondi. Il pubblico non vuole andare via. Lungo è il saluto, l’applauso. Ci sono sold out che sono solo biglietti veduti, finiti. Questo è stato un sold out consumato in ogni suo istante, pieno di fiato che non è andato sprecato. Le luci, sempre calde e accoglienti del palco, hanno ben rappresentato sia gli sguardi caldi di Vasco verso il pubblico, sia i sorrisi, ancor più caldi, che riceveva da quel pubblico.

Foto di Tommaso Notarangelo, Vasco Brondi

Questa sera si replica ancora a Roma, a Largo Venue: un altro concerto completamente esaurito, così come praticamente tutto il resto del tour. Questo non si può negare quanto sia significativo: si chiama affetto, si chiama bravura, si chiama qualità, si chiama emozione.

“Dove sarà tutta quella felicità?”, io dico che la puoi trovare ai concerti di Vasco Brondi, Le luci della centrale elettrica.

La scaletta
  • Lacrimogeni
  • Per combattere l’acne
  • Stagnola
  • Piromani
  • La lotta armata al bar
  • Fare i camerieri
  • Nei garage di Milano nord
  • A forma di Fulmine
  • Nel profondo Veneto
  • Le ragazze stanno bene
  • I Destini Generali
  • Stelle marine
  • Qui
  • Cara catastrofe
  • Chakra
  • La gigantesca scritta Coop
  • Sere feriali
  • Nuvole senza Messico
  • Mistica
  • La terra, l’Emilia, la luna
  • Quando tornerai dall’estero

a cura di
Lara Melchionda

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