Gazebo Penguins – Monk Club, Roma – 26 marzo 2023

Data all’ultimo minuto del “Quanto Tour” dei Gazebo Penguins, a Roma, con i fedelissimi dell’emo-punk sulla faccia

Ci eravamo lasciati con i Gazebo Penguins a dicembre, sempre qui al Monk Club di Roma, in occasione del live di presentazione in anteprima dell’ultimo disco, “Quanto“. Tornano per il Quanto Tour, in questo locale che, come dicono dal palco, è uno di quei rari luoghi in cui ti senti accolto.

Com’è un concerto dei Pinguini?

Si spengono le luci e salgono sul palco, alle 21.45: nessun ritardo, nessuna attesa che sarebbe potuta essere anche dolce. Inizia il concerto con una delle ultime canzoni e senza soluzione di continuità si incastra in una delle più vecchie. Sicuramente questa la caratteristica più importante dei Gazebo Penguins quando suonano live. La musica non si ferma mai, proprio mai.

Un’ora e un quarto di concerto, di canzoni che si legano l’una all’altra e si slegano l’una nell’altra. Le luci blu alle loro spalle. Ogni tanto si colorano di rosso, le loro figure, ma per la maggior parte restano in ombra, forme nere e senza volto.

Sagome mosse dalla musica, altissima, sparata dagli amplificatori alle loro spalle. Le vene del collo di Sollo, Capra in equilibrio sulle punte. Un continuo gioco di tasti, sinterizzazioni e arrangiamenti elettrici. Non ci si ferma a parlare, se non per parlare di meccanica quantistica.

La meccanica quantistica è una scienza strana, perché ha bisogno di interpretazione. Una delle interpretazioni è “l’interpretazione a molti mondi”. Secondo questa teoria da ogni atomo, che va in una direzione piuttosto che un’altra, nascono nuovi mondi che si moltiplicano all’infinito. Da ogni nostra piccola ed insignificante azione, perfino da un cubetto in più o in meno nel gin, nascono nuovi mondi, tutti diversi che poi convergono. Convergono qui, questa sera, a Roma, dove ci siete voi.

Gabriele Malavasi, alias Capra – Gazebo penguis

Il loro post-hardcore, post-punk. Ma post cosa? Forse, post-Fugazi. Ogni volta che si vedono i Pinguini live non si può fare a meno di pensare alla band statunitense degli anni ’90. Asse Washington DC-Correggio: suoni senza confini ed Emo-zioni universali. Ma qui a Roma, stasera, è la qualità di ogni nota degli arrangiamenti a fare la differenza. L’evidente articolazione tecnica e complessa di quei suoni che ti si poggiano addosso.

Addosso al fedelissimo pubblico dei Gazebo Penguins che, seppur dopo pochissimi mesi, è di nuovo qui: a mettersi in cerchio durante “Soffrire non è utile” e pogare, a urlare con tutto il cuore ogni parola del concerto, fino alla fine.

Fino a “Senza di te, ho perso!”

  • SCALETTA:
    1. Nubifragio
    2. Il tram delle 6
    3. Nevica
    4. Nebbia
    5. Feyerabend
    6. Erwin
    7. Soffrire non è utile
    8. Cpr14
    9. Domani
    10. Febbre
    11. Finito il caffè
    12. Difetto
    13. Uscire
  • Encore:
    1. Bismantova
    2. Wes Anderson
    3. Senza di te

a cura di
Lara Melchionda

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