Seat Music Awards 2021. Racconti stralunati dall’Arena di Verona

seat music awards 2021 da infiltrato

In incognito, svesto i panni da metallaro e indosso abiti civili. Vi narro l’esperienza ai Seat Music Awards 2021

Verona, 10 settembre. Non fa nemmeno troppo caldo, o per lo meno non brami la morte due minuti dopo essere stato al sole, complice anche qualche folata di vento che stempera la temperatura. Davanti l’Arena di Verona, un insospettabile che altrettanto insospettabilmente ha lasciato nell’armadio l’armamentario da concerto metal e ha tirato fuori camicia di lino color sabbia e jeans rispettabili. Un aspetto socialmente accettabile per non dare troppo nell’occhio ai Seat Music Awards 2021.

Perché diavolo eri lì?

Per l’antico adagio “Conosci il tuo nemico”. Scherzi a parte, c’è stata l’occasione di vedere da vicino come funzioni il circo mediatico televisivo di una premiazione di artisti pop – nel senso attualmente popolari –. No, non siamo passati al lato oscuro – seppur sbrilluccicoso – della Forza, indi per cui non sarà un racconto sulla qualità della musica premiata o sulla bontà della proposta musicale, ma di un evento nel suo insieme, tra backstage e visione “privilegiata”.

Sul palco sicuri di sé, nel backstage più teneri di Fioccodineve

Partiamo da questo mito da sfatare, se non in senso assoluto, di sicuro per buona parte degli artisti che si sono succeduti sul palco del Seat Music Awards 2021. Soprattutto durante e subito dopo le prove generali.

Un Rocco Hunt che ringrazia i giornalisti per la loro presenza, che scherza bonariamente come se fosse al bar con gli amici; i Pinguini Tattici Nucleari (Francesco Bernuzzi è un armadio alto più di un metro e novanta) che pazientemente rispondono alle domande anche troppo insistenti di qualche collega troppo zelante; un Nek in perenne pace col mondo e con sé stesso (insegnami, maestro). Ecco, scene da “protagonismo” se ne sono viste davvero poche.

Una delle cose belle dei Seat Music Awards 2021, oltre a tutto ciò, è anche la presenza di numerosi frigoriferi con RedBull. Grazie, la continua ricerca di zuccheri del sottoscritto è stata puntualmente soddisfatta.

Il travestimento di Andrea ha successo. Tuttavia, il Responsabile dei fotografi di The Soundcheck inizia adavere qualche sospetto.
Non ci posso credere (cit. Rolando)

Durante le serate dello show (perché di questo si tratta, di un programma televisivo dedicato alla musica, non di una serata di musica) è incredibile il colpo d’occhio dell’Arena di Verona per i Seat Music Awards 2021: spalti e platea gremiti come in poche altre occasioni. Un palco gigantesco e una scenografia impressionante. Come la televisione vuole.

Abbiamo promesso che non ci soffermeremo su commenti riguardo la qualità o meno delle proposte musicali premiate, ma è doveroso sottolineare un aspetto: è divertente vedere il lato umano dello show. Nelle pause pubblicitarie Vanessa Incontrada chiacchiera col pubblico, scherza, i Negramaro si piazzano sulle gradinate per esibirsi in un featuring con The Mask (continuano a dirmi che era Giuliano Sangiorgi con un vestito giallo banana, ma non voglio crederi). Tutti piccoli aspetti che rendono più “normale” una macchina oliata e calibrata al minuto.

Che fa, continua? Perpetra? Insiste? (cit. un Paolo Bonolis a caso)

I Seat Music Awards non sono proprio l’ambiente per un rockettaro o, peggio, per un metallaro in incognito. Il segreto, tuttavia, è godersi il contesto, vedere che le persone si divertono e si sentono partecipi di qualcosa. Essere spettatori quasi esterni, quasi come assistere a un esperimento sociale. Non c’è pogo, le ragazzine che strillano e che immolerebbero la propria verginità per Rkomi, Shade o Irama sono una specie da studiare: tutto è strano, ma a tratti quasi affascinante.

a cura di
Andrea Mariano

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