Dopo un tour de force live in giro per il mondo, la band britannica ritorna con un brillante e inaspettato settimo album

Sicuramente ogni fan storico degli Enter Shikari, dai tempi di “A Flash Flood of Colour” ha visto la band trasformarsi da disadattati post-hardcore turbolenti e imprevedibili, a uno degli atti distintivi della scena rock britannica. Con ogni album, la band ha affinato e perfezionato lo stile, culminando nell’assolutamente incredibile “Nothing is True & Everything is Possible” pubblicato nel 2020.

Sembrava lo sforzo più ambizioso e unico della band fino ad oggi, a omaggiare tutti gli album che li avevano portati fino a quel punto, quasi a conclusione di una fase. Quindi non è stata una sorpresa sentire la band descrivere “A Kiss For The Whole World” come l’inizio del secondo atto della band.

Enter Shikari
La band al completo
Dentro l album

Prima che l album uscisse, non potevamo minimamente immaginare che quesso fosse, finalmente, l inizio di un’era in cui gli Enter Shikari iniziavano ad essere trattati come re, all interno della scena rock del Regno unito. “A Kiss For The Whole World” vede la band riportare in auge gli elementi elettronici più pesanti che hanno definito i loro lavori precedenti, raddoppiando allo stesso tempo gli stili pop degli ultimi album.

Il disco occupa un totale di trentaquattro minuti, e nessuna canzone supera i quattro minuti di esecuzione, esludendo le parti strumentali iniziali. Ed essere piccoli non è una brutta cosa, c’è una ragione per cui esiste il detto “nella botte piccola c’è il vino buono”. La traccia di apertura inizia con una fanfara che esplode in un inno gloriosamente edificante, pieno fino all’orlo di chitarre e percussioni incisive, una strumentazione che suona perfettamente in stile Enter Shikari, e apre l album in maniera fantastica.

Subito dopo troviamo “(pls) Set me on fire”, il primo singolo, che si è rivelato un vero successo tra i fan, e non ci sorprende il motivo. I riff fragorosi e la voce impennata nei ritornelli sono sublimi e contrastano i versi più morbidi ma infinitamente ballabili, con performance grandiose di percussioni e basso.

Il secondo singolo dell album, “It hurts” non raggiunge del tutto le vette del brano precedente, ma offre comunque un’esperienza di ascolto perfettamente piacevole, il ritornello centrale è particolarmente orecchiabile, e le linee vocali di Chris Batten sono un bel tocco, con i suoi toni profondi e pesanti.

Enter Shikari
La copertina dell album
La creatività divampa

“Jailbreak” possiede un’energia fantastica, la traccia divampa in una gloria di percussioni con sfumature Drum&Bass e riff di chitarra potenti e grintosi. “Bloodshot” è l’ultimo singolo estratto dall album, incredibilmente melodrammatico, pieno zeppo di lirismo eccessivamente drammatico, voci truccate e sintetizzatori esagerati.

La parte più creativa degli Enter Shikari si può trovare in brani come “Dead Wosh” e “Goldfish”. La prima parte con un escalation di archi d’orchestra, culminando con una batteria martellante, mentre la seconda si può considerare il momento clou dell album, ti cattura nella sua esplosività e si rifiuta di lasciarti andare.

In tutto l’album, ci vengono offerti tre brani strumentali che si legano alla fine di altri brani. “Leap Into The Lighting” si nutre di “Feed Your Soul”, “Bloodshot” termina con “Bloodshot (Coda)” e “Giant Pacific Octopus” è completata da “Giant Pacific Octopus Swirling Off Into Infinity”.

In conclusione

Non sorprende, quindi, che “A Kiss For The Whole World” sia alimentato da un sentimento di rinnovamento sempre presente. Nel loro settimo album e due decenni dopo, gli Enter Shikari suonano forse il più gioioso inno che abbiano mai realizzato e anche quando diventano tipicamente filosofici, viene comunque trasmessa una forte positività.

Il loro messaggio è più potente che mai, quanto allo stesso tempo lo è la convinzione. In mezzo alla desolazione della crisi del costo della vita in Gran Bretagna, l’inno alla gioia che fornisce è come un energy drink musicale, proveniente da quartieri inaspettati. Gli Enter Shikari hanno già trattato la sensazione del mondo che arretra nel loro ultimo disco; questa volta posizionano la gioia come un atto di resistenza.

a cura di
Mattia Mancini

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