“Elements” è il nuovo percorso dei Club Rivera

Anticipato dai singoli “Ike and Sean” e “Mood” feat. la cantante svedese Delphi, i Club Rivera pubblicano il loro nuovo album “Elements”

Primo album per il duo composto dai musicisti siciliani Antonio Calandra e Francesco Arena, un progetto nato tra l’Italia e la Svezia e che proprio da questi due luoghi prende spunto e ispirazione per la sua musica: i Club Rivera sanno unire sapientemente jazz londinese alla fusion partenopea.

Noi li abbiamo intervistati e per l’occasione abbiamo avuto modo di parlare con Antonio Calandra, ecco che cosa ci siamo detti!

In “Elements” avete cercato di mescolare diverse influenze musicali, tra cui fusion, soul, jazz e house. Come avete affrontato la sfida di amalgamare queste diverse sfaccettature in un’unica esperienza sonora?

A: È un percorso che abbiamo intrapreso sin dalla nascita del progetto; non avevamo una direzione definita e man mano abbiamo raccolto tutte le influenze incontrate per strada, ciò ci ha facilitato nella stesura dei brani, anzi ha contribuito ad arricchirli con sfaccettature talvolta inaspettate.

Il vostro album è descritto come un omaggio ai fondamenti del soul e della fusion, con un accento mediterraneo. Come avete integrato questi elementi culturali nella vostra musica e in che modo questi contribuiscono a definire l’identità sonora dei Club Rivera?

A: Tutti gli ascolti maturati nell’ultimo decennio hanno sicuramente influito su ciò che abbiamo scritto. Ci sono dei dischi che reputiamo fondamentali e, in un certo modo, ci sentiamo di dover restituire o comunque pagare tributo a coloro che hanno costruito le fondamenta.

Ascoltando il vostro lavoro si percepisce un’influenza musicale di origine sia internazionale che nazionale (se pensiamo agli influssi partenopei). Quali sono gli artisti che possiamo citare e che per voi sono stati importanti?

A: Per me d’importanza fondamentale sono stati i Napoli Centrale e se devo guardare fuori dall’Italia direi Weather Report, Radiohead e negli ultimi anni Robert Glasper.

A proposito di artisti importanti, vi chiediamo se ci sono due dischi che per voi sono stati fondamentali e se vi va di condividere con noi quali sono e perché.

A: “Lateralus” dei Tool e “Black Focus” di Yussef Kamaal, fondamentali per me perché, in diversi periodi della mia vita, hanno contribuito a determinare e far evolvere in parte la mia identità musicale.

Parliamo del vostro live al Ricci Weekender, un’esperienza sicuramente importante di presentazione del vostro progetto. Come avete preparato la vostra performance live per rendere al meglio l’essenza di “Elements”?

A: Abbiamo deciso di suonare l’intero disco e non volevamo che mancasse nessun elemento, appunto; ci siamo avvalsi di musicisti di tutto rispetto per arrivare a riprodurre lo stesso sound e le stesse atmosfere che abbiamo generato sul disco. È stato un percorso non semplicissimo ma sono sicuro di poter dire che adesso siamo pronti per portare il live in giro.

Nei vostri singoli, come “Ike and Sean” e “Mood” feat. Delphi, non si può non notare una varietà di stili e generi musicali. In che modo le collaborazioni con altri artisti hanno arricchito il vostro processo creativo, pensando ad esempio a quella con la cantante svedese Delphi?

A: Delphi è un’artista del panorama R&B svedese ma che sta iniziando a farsi conoscere al di fuori del proprio territorio. Con lei abbiamo scritto diverse cose e non escludiamo di pubblicare altro in futuro. Ci siamo trovati bene da subito e le melodie che ha creato ci hanno immediatamente conquistati. Le collaborazioni sono state fondamentali, a partire dalle prime jam online che hanno messo le basi per alcuni brani poi completati a posteriori. Club Rivera esiste anche per questo motivo, vuole essere il frutto dell’espressione di diversi elementi che, una volta incontrati, collimano tutti nello stesso punto.

a cura di
Redazione

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