Intervista ai Panda Clan che ci raccontano il loro mondo e la loro musica
Il 28 settembre scorso è uscito, per la nota label spagnola Maldito Records / Primal Box edizioni, “Circumvention”, il primo album dei Panda Clan.
Il collettivo milanese Panda Clan ad oggi rimane nell’anonimato ma, nonostante questo, i loro pensieri, invece, sono limpidissimi. Un progetto ispirato al pensiero di uno dei più grandi linguisti viventi: Noam Chomsky, non poteva che approdare a profonde tematiche sociali, come l’osservazione e la critica dei comportamenti umani sui social, il capitalismo, le pubblicità come messa in vendita di un prodotto falsato e ipocrita, il consumismo.
L’album, composto da sei tracce, gioca con lingue e generi musicali diversi, in questi ultimi però trionfa sicuramente un rock duro e graffiante. Insomma, un’esperienza musicale da godersi tutta d’un fiato accompagnata a testi da analizzare e approfondire.
Ma conosciamo più da vicino il gruppo Panda Clan in questa intervista!
Ciao! Benvenut* su Distorsioni Sonore! Pochi giorni fa è uscito il vostro EP d’esordio “Circumvention”. Raccontateci un po’ il progetto dietro questo lavoro. Come è nata l’idea per questo disco?
Ciao, grazie.
Un progetto ci mette un po’ a sedimentare, magari anni, come in questo caso, poi viene fuori, ma non so se possa essere una cosa premeditata.
Panda Clan è un collettivo nato attorno alla musica e ad un pensiero politico sociale affine. Nel disco e in tutte le persone che vi hanno preso parte si esprimere attraverso la musica un pensiero critico alla società capitalista: e sappiamo benissimo che è assolutamente fuori moda.
Avete dichiarato di ispirarvi al leggendario linguista americano Noam Chomsky. Storica la sua affermazione: “Il linguaggio è un processo di libera creazione; le sue leggi e i suoi princìpi sono fissi, ma il modo in cui i princìpi della generazione vengono usati è libero e infinitamente vario”. Vi ci riconoscete? E per voi cos’è il linguaggio?
Che bella domanda, anche tu Ilaria sei fuori moda ! Sicuramente ha ragione.
Il linguaggio è “tanta roba”, per dirla in modo moderno. Qualche tempo si era sentito qualcuno dire che i linguaggio si estinguerà per dare spazio alla matematica. Questo è impossibile e sarebbe tristissimo: il linguaggio e la sua evoluzione o involuzione rappresentano l’evoluzione stessa delle popolazioni, le loro culture, spostamenti, guerre, colonizzazioni fatte o subite ecc. E il linguaggio può essere liberamente usato anche male.
Attualmente con la monnezza culturale che c’è anche il linguaggio non se la passa molto bene, dai possiamo dirlo ? Analfabetismo culturale!
“Circumvention” non è solo un album con “sperimentazioni linguistiche” ma anche musicali. C’è un rock potente in molte delle sue sfumature, ma anche altri generi. Chi sono i vostri idoli musicali?
Abbiamo cercato di mischiare quello che ci piaceva senza snobismi. Per cui distorsione su un beat trap, per esempio.
Idoli … e che hanno ispirato … Sepultura, Korn, Skrillex, Muse, Manu Chao, Victor Jara, Rosa Balestrieri, Africa Unite, Asian Dub Foundation, Balkan Beat Box, Pearl Jam, Rage Against the Machine….circa.
“I can’t breathe” è il brano ispirato all’omicidio a sfondo razzista di Eric Garner. Anche gli altri brani, in realtà, presentano una pesante critica sociale: contro il consumismo indotto dalle pubblicità, le apparenze, il profitto senza scrupoli. Credete che la musica sia la messa in luce o la soluzione del problema?
Solo un modo per parlare di questi problemi, poi in questo momento appunto, questi temi sono snobbatissimi dalla musica. Pochissimi artisti trattano temi sociali. In Italia praticamente nessuno tranne vecchie glorie dell’alternative anni ‘90. Nella scena indie e rap direi nessuno.
Domanda quasi obbligatoria: come mai tenete la vostra identità nascosta?
Per coerenza. Nonostante sia uno sbattimento indicibile e totalmente controproducente dal punto di vista della comunicazione. Siamo annichiliti dalla necessità di esporci attraverso social e i reality show che fanno profitto coi sentimenti, paure emozioni deli singoli individui. Poi sinceramente vengono pubblicate migliaia di foto ogni secondo sul web, le nostre facce non sarebbero cosi rilevanti.
E ora cosa vi aspettate dal futuro?
Sul futuro della società poche cose buone purtroppo.
Su quello di Panda Clan proviamo a fare bene quello che stiamo facendo, e fare un buon tour tra qualche settimana.
a cura di
Ilaria Mazza