Hyndaco

Dopo una serie di fortunati ed azzeccati singoli ed un EP, gli Hyndaco giungono alla pubblicazione del nuovo disco “No ball games”

Il titolo è semplice quanto diretto: non siamo qui per giocare, ma per fare musica come deve essere fatta – e come forse non viene più fatta – nella quale riversare le nostre paure, la consapevolezza dell’infelicità della vita e delle sue problematiche.

Tutto molto crudo, come era negli anni ’90, come ci hanno insegnato Kurt Cobain e le rockstar più o meno maledette della grunge golden era. L’opera viene descritta dalla band come “conclusa e nella quale affermare la propria realtà artistica”.

Un lavoro concettuale quindi, nel quale sonorità, testi assolutamente mai edulcorati e la scena urbana convivono e agiscono insieme per la finalità del progetto. In questo spaccato di realtà trova però spazio anche un salvifico bagliore di immaginazione, attraverso il quale trascendere il male di vivere che contraddistingue l’essere umano e la società contemporanea, e che traspare da influenze sonore psycho e dallo stesso immaginario che la band ci offre, fatto di colori fluò e stile acido, che ben si accostano alla distorsione che permea tutti i brani del disco.

Da sottolineare anche la dimensione do it yourself che gli Hyndaco hanno scelto per la loro musica, affidando al proprio istinto quasi tutto, ad esclusione di mix e master, rispettivamente curati dalle sapienti mani di Lorenzo Ricci e Giovanni Versari – quest’ultimo garanzia di qualità consolidata negli anni.

“No ball games”, in definitiva, si presenta quindi come un lavoro solido, dimostrazione di un buon presente per gli Hyndaco e di un futuro forse ancora migliore. In barba al malessere raccontato dagli stessi.

a cura di
Redazione

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