Royal Blood – Alcatraz, MIlano – 23 Giugno 2022

Il 23 Giugno si è tenuta all’Alcatraz di Milano l’unica data italiana del tour dei Royal Blood

Dopo essere stato posticipato dalla precedente data 19 Marzo, il gruppo Inglese è riuscito con questa performance a rendere fuoco puro una già cocente giornata d’estate. Il pubblico era variegato, dalle coppiette, ai giovanissimi fino ai meno giovani, tutti amanti del rock per questa spettacolare serata. Aperti magistralmente dai The Amazons, che hanno subito settato il livello di energia che poi sarebbe solo salito per il resto della serata. Percussioni forti che risuonano dentro, chitarre graffianti e tempi mozzafiato. Qui però cade l’unica pecca di tutta la serata, l’audio era fastidioso, di quelli che te ne rendi conto anche il giorno dopo da un leggero fischio all’orecchio. Fortunatamente è stato calibrato meglio nella pausa prima che i Royal Blood salissero sul palco, ma non risolto del tutto.

Royal Blood traboccano d’energia (credits: Maria Laura Arturi)

In inglesissimo stile salgono con un elegante ritardo di 15 minuti ma cominciano subito potenti con Typhoons, la canzone che ha lanciato l’omonimo disco, e la folla si infiamma! Anche io ovviamente con lei, l’aria è carica d’elettricità e si vede che sul palco hanno voglia di fare una gran casino.

(credits: Maria Laura Arturi)

Ben il batterista è l’eroe della serata. Non solo perchè anche io sono batterista e quando vedo un collega così bravo mi fa sempre un piacere incredibile. Così per dire ha fatto un assolo di almeno 10 minuti buoni, variando tempi e riff, a riprova che la classe non è acqua. Ma soprattutto per come incita la folla, per come riesce a coinvolgerla. Prima delle canzoni più forti si mette in piedi e con gesti fa aprire la pista per far partire il pogo e non contento, prima dell’ultima canzone scavalca la transenna e si unisce al pogo lui stesso.

Intanto Mike, il cantante, teneva alta la carica suonando il riff di Ten Tonne Skeleton in loop. Ogni 2 canzoni alza una bottiglia non ben identificata di liquido trasparente e beve un bel sorso, non credo che fosse acqua. Fa scorrere la birra giù per il mancorrente del palco, prima nella speranza che bevano i roadie e poi vedendo che non accettano, se la fa versare da loro. Insomma sa tenere alta l’adrenalina e dialogare con la platea.

Una bellissima batteria dorata è adattissima per Ben (credits: Maria Laura Arturi)

Mike non è da meno, quest’ultimo ha dato un gran spettacolo, non solo nella performance di “All We Have Is Now” che è stata toccante e magistralmente interpretata al pianoforte portato in scena apposta. Ma scendendo spesso dal palco a conversare con i fan, muovendosi a destra e sinistra, facendo partire cori e verso il finale anche una competizione tra la destra e la sinistra del palco. Prende e parte, sale sulle terrazze, sulle passerelle che reggono le luci il tutto mentre fa uno sfoggio di abilità incredibile. Insomma una performance della band assurda, non era possibile la calma in questa serata, anche le reticenti coppiette si son dovute arrendere al pogo, al movimento della folla, ai salti e alle mani alzate.

Mike si è espresso al meglio ieri sera (credits: Maria Laura Arturi)

A mani basse è stato uno dei concerti più forti, coinvolgenti e divertenti che abbia mai avuto il piacere di vedere. Nessuno s’è risparmiato nel pubblico, tutti hanno cantato, urlato e hanno dimostrato l’amore che questo gruppo merita. Quando torneranno in Italia non mancherò e neanche voi dovreste se vi piace il buon rock.

a cura di
Federico Zanoni

foto di
Maria Laura Arturi

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