The Cleopatras ci raccontano il nuovo album “Bikini Grill”

Camilla, Alice, Marla e Vanessa calcano le scene del rock’n’roll in Italia e in Europa dal 1998, tanto da essere spesso definite “gruppo di punta della scena garage punk al femminile in Italia”. Tornano con “Bikini Grill”.

The Cleopatras sono attive dagli anni ’90 e non hanno nessuna intenzione di fermarsi! Dimostrano ancora una volta tutta la loro grinta del nuovo disco “Bikini Grill”, pubblicato per Ammonia Records. Un concentrato di chitarre, energia e girl power che dimostra la freschezza delle toscane e la voglia di “fare casino” senza dimenticare l’importanza di lanciare un messaggio con le proprie canzoni dall’animo punk.
Noi di Distorsioni Sonore abbiamo parlato direttamente con loro.

The Cleopatras, benvenute su Distorsioni Sonore. Siete attiva da parecchio ma per chi ancora non sapesse nulla di voi, come vi presentereste?

Ciao! Siamo una band rock’n’roll/punk rock originaria della Toscana, tutta al femminile. La nostra storia inizia negli anni ’90 e si è evoluta nel tempo con vari cambi di formazione, fino all’attuale che è attiva da 5 anni ed è così composta: Vanessa (voce e tastiera), Camilla (batteria), Alice (basso), Marla (chitarra e cori). Con gli anni sono cambiate pian piano anche le sonorità della nostra musica. Ad oggi abbiamo uno stile tutto nostro, ottenuto mischiando il punk, il rock’n’roll, il surf, un po’ di new wave.

La nostra identità si basa soprattutto sull’essere una band femminile, non a caso alcune tematiche legate alla questioni di genere stanno diventando sempre più centrali sia nella nostra attitudine che nelle nostre canzoni. Allo stesso tempo siamo anche molto autoironiche, ci divertiamo a dare una chiave di lettura del mondo tutta nostra in cui prevale uno spirito tra il serio e il faceto. Ciò che ci accomuna e ci lega è senz’atro una forte amicizia ma anche un grande amore per il Rock’n’roll!

La vostra nuova fatica è il disco “Bikini Grill”. Canzoni rock, dal retrogusto punk, rigorosamente cantate in inglese. Come ci avete lavorato?

“Bikini Grill”  rappresenta in un unico lavoro tutti i colori della band, ma anche le passioni e le manie delle sue componenti. Contiene 15 tracce, di cui 3 cover e 12 pezzi originali.

All’interno dell’album troviamo una sfera leggera e spensierata, con i richiami alla dimensione dell’infanzia (dagli unicorni ai  pomeriggi passati alla TV) a quella più sfrenata del rock’n’roll (Feel the Heat è un’ode alla vita in tour); c’è poi una dimensione autoironica (si scherza sulla scarsa predisposizione alla preparazione atletica in (I’m) Fitlike Mick Jagger e sull’ipocondria in Travelling Drugstore); ma c’è spazio anche per questioni più serie, come l’empowerment femminile (We Strike) ed il trito e ritrito paradigma del rock ‘al femminile’ contrapposto a quello ‘al maschile’ (Wedon’t play like men). 

Senza dubbio “Bikini Grill” è quindi molto eterogeneo, e questo è dovuto anche al fatto di essere stato scritto in un arco di tempo molto lungo, con input molto diversi tra loro e un contesto in evoluzione. Le prime idee sono nate, infatti, nel 2019 mentre eravamo in tour fino ad arrivare alla registrazione a settembre 2021. A causa del Covid tutto è stato difficile, ma abbiamo deciso di non demordere e sfruttare al meglio la nostra creatività e potenzialità. 

Ci incuriosiscono molto le cover che avete scelto di interpretare. Perché proprio loro? E come le avete rese vostre?

Le tre cover nascono in periodi diversi e anche in modo un abbastanza casuale. L’dea era quella di omaggiare, attraverso questi brani, il mondo artistico femminile (tutti e tre i pezzi in origine sono, infatti, di artiste donna) e questa forte identità femminista è ciò che le accomuna, a modo loro. 

Kiss Kiss Kiss” è un brano che abbiamo scoperto recentemente grazie al libro di Matteo Bianchi: “Yoko Ono. Dichiarazioni d’amore per una donna circondata d’odio”. Ci ha subito colpite per la sua ironia e il suo tocco avanguardistico. 

La donna appare come essere desiderante, appagato, e non oggetto passivo di desiderio e questa visione ci ha da subito conquistate.

Maldito”, di Jessy Bulbo, eclettica ed eccentrica mattatrice dell’underground e del girlpower messicano, è una botta di energia sgangherata, esilarante ed esaltante, ed infatti la suoniamo spesso come pezzo di chiusura dei nostri concerti. Per una volta, abbiamo tenuto fede alla versione originale, senza tentare di reinterpretare il pezzo; ce lo sentivamo affine così com’è.

Per ultimo fare la cover di “You’re standing on myneck/Daria” era il sogno di Vanessa, “vittima”, come noi altre, della TV degli anni 90. E oltrettutto, le affinità tra noi e questo personaggio un po’ acido e un po’ misantropo sicuramente non mancavano, per cui l’abbiamo trovata una scelta molto azzeccata.

Il brano originale è un pezzo grunge del periodo in piena regola, dunque si poneva il dilemma di come personalizzarlo. Replicare la potenza e l’energia di quei suoni appariva difficile e anche poco sensato, dunque abbiamo pensato, un po’ per scherzo: come la suonerebbero i Devo o i B-52’s? E siamo così arrivati a questa versione, che rimane fedele all’originale solo nel bridge. 

In voi c’è una forte spinta sociale. Cosa ormai rara, in un modo e in un ambiente (discografico) sempre più rivolti al singolo. Cosa significa per voi parlare di certi temi?

I nostri testi sono spesso provocatori ma allo stesso tempo trattano tematiche anche scomode. Soprattutto in quanto band di donne ci vuole molta determinazione per non arrenderci e per farci sentire in un mondo così maschilista e misogino. Nel nostro piccolo speriamo di poter essere di esempio e di incoraggiare soprattutto le ragazze più giovani a suonare, a formate band e allo stesso tempo ad entrare a far parte del mondo musicale, da sempre prettamente maschile, senza perdere la propria identità.

Nello specifico: il femminismo. Cos’è per voi ai giorni nostri?

Purtroppo ancora oggi le donne sono vittime di una disparità di genere che si manifesta trasversalmente in diversi ambiti tra cui anche il mondo della musica. Noi sosteniamo fermamente il girlpower, la fine degli stereotipi e la sovversione del patriarcato!  Nel corso degli anni abbiamo incontrato donne che ci hanno rimproverato di non suonare come una band di maschi, femministe per le quali non siamo abbastanza femministe (come se ci fosse solo un modo giusto per esserlo), uomini invidiosi che pensano che suoniamo in giro più di loro solo perché siamo una band tutta al femminile…noi per fortuna, riusciamo sempre a trasformare tutto questo in energia creativa. 

Su quali palchi vi troveremo nei prossimi mesi? Che tipo di show porterete?

Già dall’inizio di aprile abbiamo ripreso a suonare live in tutta Italia e anche all’estero (a fine aprile eravamo al Garageville di Amburgo).  Per tutta l’estate porteremo in giro dal vivo il nuovo album: dal Veneto, passando per l’Emilia Romagna e la Toscana, fino ad arrivare in Molise ad agosto. Sarà una gioia poter finalmente montare sul palco, fare festa, ritrovare tanti amici e soprattutto amiche…sì in realtà abbiamo tante fan donne e di questo ne siamo particolarmente orgogliose. Vi regaleremo uno show frizzante, energico e divertente, in una parola….rock’n’roll! …vedere per credere!

a cura di
Redazione

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