Verona Digital Music Fest 2023 – The Factory, Verona – 1 aprile 2023
Si conclude col botto questa terza edizione del Verona Digital Music Fest. La seconda giornata del festival ha visto sul palco molti giovani, ma anche un peso massimo di assoluto valore: un Ainè in eccezionale spolvero che ha fatto esplodere il The Factory
In un The Factory carico si è svolta la seconda e ultima giornata del Verona Digital Music Fest, la manifestazione che, ricordiamo, nata nel dicembre 2020 è giunta alla teza edizione e i cui tutti i proventi verranno devuoluti alla Ronda della Carità.
In questa serata si sono alternati sul palco 7 artisti che hanno caricato il pubblico che si è lasciato andare a canti e balli, sancendo il successo di questo festival nato dietro ad un computer e diventato fisicamente palpabile da tutti gli astanti.
Un ringraziamento va agli organizzatori, a tutti quelli che hanno creduto nel progetto, ma anche a chi ha dato a disposizione una location: il The Factory, perfetto per questo evento grazie a gente che vive di musica.
Luci Spente, si comincia
Rispetto alla prima giornata, l’evento inizia prima sono le 19.50. Quando Sugar sale sul palco, l’aria viene invasa dalla potenza della musica sprigionata dalle casse. La rapper-cantautrice veronese a Milano, come lei stessa si dichiara, ha un beat fresco che coinvolge, un ritmo incalzante ottimamente supportato dalla batteria, la chitarra e le dita del DJ che ottimamente supportano una voce che si saprà far conoscere.
La rapper veronese è l’emblema di un rap che non risulta mai banale o scontato. Con un’interazione col pubblico che in questa serata è stato il filo conduttore tra tutti gli artisti e non ha fatto altro che esaltare un pubblico che sembrava un gruppo di amici che si conosce da sempre.
Il palco scotta, Sugar ha inziato la serata al meglio. Il pubblico è caldo e la prima staffetta è con i Canostra, band veronese dai ritmi Indie Folk alternativo. Salita sul palco ci coinvolge con sonorità morbide e avvolgenti, una chitarra delicata, una tastiera morbida e una batteria armonica che accudiscono una voce leggera ma che scalda i cuori.
Timidamente i telefoni si alzano, le torce si accendono e il pubblico inizia a muovere sinuosamente le teste come un sound come questo richiede. Le canzoni scorrono via veloci fino all’ultima. Forse la più famosa e conosciuta dei Canostra “Fare il Morto a Galla” e qui il coinvolgimento è totale, la gente canta, la gente sogna.
Aste alzate, è ora di puntare
Filo conduttore di questa due giorni è l’esaltazione del territorio, facendoci conoscere realtà come Mattarà. Un negozio dell’usato presente durante tutta la kermesse e grazie al quale nei vari momenti di tranquillità delle serate si sono svolte aste di oggetti più o meno particolari.
Un momento ludico che è piaciuto a tutti con rilanci, lotte e risate, un giusto intermezzo per spezzare un ritmo che se no risulterebbe troppo incalzante e soffocante. Conclusa l’asta, sale sul palco Elvira Caobelli, insegnate di canto e cantautrice veronese che si divora letteralmente il palco. Nel suo percorso ci presenta una serie di brani inediti che hanno stupito e coinvolto il pubblico.
La sua voce, calda e profonda, tipica del Soul e dell’ R&B, con un’ ampia vocalità. Il corpo si muove sensuale e sinuoso su un palco diventato incredibilmente piccolo per contenere una voce così grande. Il pubblico si muove su ritmo del soul, trascinato dalle note, trasportato dalle parole in un mondo metafisico che solo una voce così perfetta può.
La delicatezza lascia spazio alla follia. Sul palco salgono gli Slow Rush, gruppo vicentino dai toni Alternative Rock, ma con influenze Punk. Con una mattatrice assoluta, la frontwoman Eva Trappolin che, tra ammiccamenti al pubblico e parole al fulmicotone, ribalta un The Factory ancora sognante per le armonie di Elvira Caobelli.
Un cambio di rotta che esalta il pubblico che letteralmente si scatena. Voce potente e sregolatezza che sprigionano ormoni e sudore. Una performance spudorata e poderosa che appiccica tutti i presenti alle transenne che dividono il palco dalla platea. Per la prima volta sentiamo testi in inglese che meglio si adattano al sound proposto. Ci fanno capire che a Vicenza, oltre a “mangiare gatti”, sanno fare fottutamente bene musica.
Senza respiro
Nemmeno il tempo di riprendersi dalla potenza sprigionata dagli Slow Rush che salgono sul palco i The Foolz. Un gruppo di ragazzi giovani anzi giovanissimi, tutti tra i 19 e i 20 anni, con ritmi Pop Rock con influenze di chiara matrice Indie inondando tutto il locale con potenza e maestria; il coinvolgimento col pubblico è totale, il contributo di Federico Secondonome rende la performance ancor più calda.
Voce graffiata che ricorda alcuni grandi, sound che ci riportano alle band rock degli anni 90 e dei primi 2000. Questi The Foolz fanno totalmente dimenticare la loro giovane età e fanno capire a tutti che il loro sogno, far esplodere gli stadi, non è così un sogno, la follia e il ritmo è dalla loro parte.
Quasi allo scoccare della quarta ora di questa lunga serata si presentano sul palco gli Antartica e come ci tengono a dichiarare: “Veniamo da Vicenza”; il gruppo già con la prima nota ci fa capire che è Rock, ma attinge a piene mani all’Indie Pop e al Rock Alternativo.
Atteggiamento sfrontato, movimenti che ricordano i Blink 182 o per rimanere nei confini nostrani i Dari, gli Antartica sono una band di 4 frontman perfettamente amalgamati che sanno trascianare tutto e tutti con la loro musica fino a farci dire:“peccato volevamo ascoltarne ancora una”. La strada è quella giusta per entrare nelle playlist di tutti noi.
La Capitale prende il sopravvento
La serata scorre via veloce e sul palco arriva lui, cuffia fatta a maglia che copre il viso a mo’ di passamontagna, ma colorato, Ainè si presenta così sul palco. Suoni elettronici voce Soul che ben ci fa capire perchè è considerato uno dei maggiori esponendi del Soul, Neo Soul e R&B in italia.
Una sperimentazione che rapisce, un ritmo che può essere difficile ad un primo ascolto e davvero distante da quanto ascoltato fino a quel momento, ma al pubblico piace così. La gente sembra rapita da quanto esce dalle casse. La voce delle persone riecheggia in tutta la sala cantando all’unisono col polistrumentista romano che lascia trasparire tutto l’entusiasmo per quanto questo coinvolgimento è totale.
Un’ora e mezza che sembrano dieci minuti. Un concerto a se stante in una kermesse che ha saputo valorizzare ogni cantante e ogni genere facendo capire quanto il palcoscenico musicale italiano è certamente florido e questo spicchio di Veneto è una fucina eccezionale di talenti e idee.
Arrivederci al 2024 Verona Digital Music Fest. Aspettiamo questa nuova edizione per rimanere stupiti e rapiti dai cantanti che calcheranno il palco per poter dire per loro come per i partecipanti di questa edizione: “Noi lo sapevamo che sarebbero arrivati fin lì”.
Sugar
Canostra
Elvira Caobelli
Slow Rush
The Foolz
Antartica
Ainè
a cura e foto di
Andrea Munaretto