“Calliope”, il singolo d’esordio dei Vega ci catapulta tra le viscere del perché la musica è così fondamentale

I Vega, band nata durante il periodo del Covid-19, abbracciano per la prima volta il mondo del cantautorato dopo un periodo da cover band. La forza della musica li ha spinti oltre i confini, ponendoli in una visione artistica più ampia.
Il rock degli anni ’90 e 2000 ispirano sia i testi che le melodie, ma i rimandi al pop non mancano. In questo senso “Calliope” viene creata proprio per avvicinare più persone, in modo da non classificare la canzone in un genere già confezionato, ma renderlo universalmente ed emotivamente vicino a chi, come i Vega, rende grazie alla musica.

Chi meglio di loro può spiegarci davvero la nascita della band e il processo creativo che si cela dietro alla loro prima opera. Proprio per questo li abbiamo intervistati per voi.

Diamo il benvenuto ai Vega su Distorsioni Sonore. Il vostro gruppo è nato durante il Covid-19, in che modo vi ha influenzato per la produzione musicale?

A livello di produzione musicale il Covid-19 ci ha influenzato specialmente per quanto riguarda i nostri
orizzonti musicali: abbiamo iniziato a suonare insieme nell’estate 2020 ma abbiamo subito smesso per la seconda ondata. Ci siamo conosciuti con dei gusti musicali simili e ci siamo ritrovati nel 2021 con influenze diverse. Questo ci è servito tantissimo per sviluppare il nostro sound, che prende ispirazione da diversi generi.

La vostra carriera da musicisti è nata facendo cover band nei locali della provincia di Cuneo. Qual è stata la necessità di accantonare i testi di altri e far cantare le vostre parole?

Inizialmente abbiamo ritenuto opportuno suonare i brani di altri perché era un modo per sperimentare su
diversi generi musicali
, e anche perché era più facile iniziare con la tavola già mezza imbandita. Fin da subito però abbiamo dimostrato interesse e curiosità verso l’idea di introdurre in scaletta brani inediti, tant’è che abbiamo iniziato a scrivere i nostri primi testi dopo solo qualche mese, inserendoli anche nelle scalette. Dopo aver suonato una stagione invernale e una stagione estiva come cover band, il giorno dell’ultima data, dopo essere scesi dal palco, abbiamo deciso di smettere di fare cover perché non ci dava più soddisfazione. Da quel momento abbiamo quindi iniziato a sviluppare brani nostri per poter esprimere la nostra energia, le nostre emozioni e la nostra passione attraverso testi e note che ci appartengono e che riflettono la nostra vita.

Quali sono gli artisti da cui prendete ispirazione e in che modo vi hanno influenzato?

Ci lasciamo influenzare da molti generi, tra i principali grunge, britpop, alternative rock, punk e post punk, e di conseguenza abbiamo molti artisti di riferimento, sia italiani che inglesi.
Sicuramente è necessario citare i Ministri, gli Zen Circus e soprattutto i Verdena, che tra tutti sono quelli
che ci hanno affascinato di più: cerchiamo di trarre ispirazione dai loro arrangiamenti e dalle loro melodie, che riteniamo molto vicine alle emozioni che vogliamo infondere nelle nostre canzoni.
Nei testi invece prendiamo spunto da un insieme altrettanto vasto di artisti: di nuovo i Verdena, Lucio Battisti, Max Gazzè e molti altri, tutti coloro che decidono di raccontare sé stessi.

Calliope è il primo frutto della vostra band riferito al potere travolgente del suono. Come è nata l’idea di
rivolgere il singolo a un ente così astratto come la musica?

Ad essere sinceri “Calliope” non deriva da un’idea specifica.
È nata da uno di quei momenti di trance, un momento abbastanza esoterico e spirituale di ispirazione che prende gli artisti nei momenti meno opportuni. Un nuvoloso giovedì pomeriggio Marco (basso e voce), mentre stava seguendo una lezione all’università, ha preso una delle cose a cui tiene di più, ovvero la musica, e le ha dedicato una canzone.
È nata in una maniera molto semplice, e ci teniamo a considerarla come un qualcosa di spirituale proprio per il modo in cui è stata concepita.

La musica può essere un bisogno e come una forza motrice, spinge le persone nel comprendere e saper accettare alcune situazioni nella vita. Qual è la vostra visione del suo ruolo?

La musica per noi è un qualcosa che permette al mondo e a noi uomini di funzionare e di vivere la vita con colore. È quell’arma che tutti hanno a disposizione per poter affrontare ogni tipo di situazione: ti tira su di morale quando stai affrontando un momento difficile, ti fa piangere, ti fa ridere, ti fa sentire bene ma anche male. Per chi è più timido, introverso, per chi ha paura di esporsi al mondo (e questo è un qualcosa che ci rappresenta molto e ci sta molto a cuore) la musica è la medicina, quell’antidoto che permette di dare sfogo a tutte le emozioni, alle sofferenze, ai momenti di felicità o dolore che non riesce a dimostrare agli altri per paura di essere giudicato.
Dunque per noi è molto importante rinchiudere un pezzettino di noi in ogni testo scritto, in ogni nota
suonata o cantata. “Calliope” è una sorta di ringraziamento, di tributo alla musica e al suo ruolo taumaturgico ed essenziale nell’esistenza umana.

In che modo continuerete la vostra produzione artistica e cosa dobbiamo aspettarci?

Sicuramente continueremo la nostra produzione artistica con nuovi singoli sulla falsa riga di “Calliope”, canzoni sulla vita di tutti i giorni, accessibili a tutti e in grado di far ballare, cantare e sfogare l’ascoltatore. Le cose da aspettarsi sono molte, vi stupiremo.
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a cura di
Rebecca Puliti

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