Comalies XX – I Lacuna Coil riscrivono sé stessi

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Per festeggiare i vent’anni dell’album che li ha lanciati nel panorama metal mondiale (e riconosciuti finalmente anche in Italia), la band di Andrea Ferro e Cristina Scabbia rispolvera “Comalies”, ma non con la solita e facilotta operazione “remastered & bonus track”

Il tempo passa velocemente. Vent’anni di “Comalies”. Su Mtv e Viva (canale nato, cresciuto e defunto in meno di tre anni) passavano a rotazione i video di “Swamped” e “Heaven’s a Lie”. Una bella botta, nulla di rivoluzionario ma di dannatamente ben fatto. Lo stupore di tutti, poi, quando scoprivamo che i Lacuna Coil fossero una band italiana, è esperienza che l’attuale ultratrentenne che si aggira tra il metal e l’hard rock ricorda nitidamente.

Nelle puntate precedenti…

Non è il classico album di debutto che ha fatto il botto. “Comalies” è il terzo disco della band milanese. Il nucleo originale del gruppo, infatti, si forma nel 1994 e, grazie a un demo arrivato sulle scrivanie dell’etichetta tedesca Century Media Records, nel 1997 dà alle stampe prima l’EP omonimo. Arrivano uno dopo l’altro “In a Reverie” (1999), “Unleashed Memories” (2000) e, per l’appunto, “Comalies” (2002).

Il gruppo in quel periodo ha già esperienza oltre i confini italiani e oltreoceano, ma è qui che scatta la consacrazione, tanto che “Swamped” compare nella versione videogame di “Vampire: The Masquerade – Bloodlines” e nel secondo film della saga di Resident Evil, “Resident Evil: Apocalypse”.

Questi pochi passaggi dovrebbero avervi fatto comprendere quanto sia importante, per i Lacuna Coil, questo disco.

“Facciamo una remaster e togliamoci il dente subito”. “Ma anche no”

Avrebbero potuto riprendere i master, dargli una spolverata e aggiungere un secondo CD con qualche b-side o delle versioni live e avrebbero così portato il risultato a casa. Festeggiamenti facili e indolori. Invece no.

In un turbinio di masochismo e dedizione, la band ha voluto prendere il proprio pargolo prediletto e spiegargli che i tempi sono cambiati, che loro sono cambiati, che è bello fare una capatina nel passato di tanto in tanto, ma è anche utile pensare “Come sei, ora?” e avere una risposta precisa, una coscienza di sé e un’accettazione del proprio essere.

Sì, l’ho buttata nel filosofico spicciolo, ma è quello che è accaduto a “Comalies XX”: non solo un adattamento alle sonorità degli attuali Lacuna Coil, ma un pesante riarrangiamento di tutto l’album originale.

L’attacco di “Swamped” e le tastiere iniziali di “Heaven’s a Lie” sono gli unici elementi più fedeli alle loro controparti di vent’anni fa, per il resto è stata operata una destrutturazione e ricomposizione dalle fondamenta. Il che è bellissimo, è un atto d’amore sincero. Non rinnegare o annullare il passato, ma attualizzarlo, dire “Ehi, se avessimo avuto le stesse idee oggi, questo sarebbe il risultato”. Gli anni di esperienza si sentono tutti, per fortuna.

Paradossalmente, “Comalies XX” gode di molta più varietà rispetto alla sua controparte del 2002, il cui unico neo evidente consisteva in una certa ripetitività nella parte centrale della tracklist. Complice, per l’appunto, una serie di modifiche, riarrangiamenti, diverse soluzioni che, ripetiamo, non snaturano, ma attualizzano e in più d’una occasione migliorano le buone intuizioni d’allora (“The Prophet Said XX”, “Angel’s Punishment XX” sono solo un paio di esempi).

Un esempio per tutti

In passato operazioni simili sono state compiute, ma con risultati ben lontani da quelli raggiunti da “Comalies XX”. Grattando leggermente la superficie della storia, nel 2014 i Sonata Arctica, su consiglio dell’etichetta giapponese, hanno voluto ri-registrare il loro primo, clamoroso album “Ecliptica” in occasione dei 15 anni dall’uscita. Una registrazione fedele ma col mood del momento della band. Ne uscì un discreto disastro, con evidente svogliatezza e mancanza di entusiasmo in frangenti cruciali.

I Lacuna Coil, invece, trasmettono esattamente il contrario: fierezza per il passato e orgoglio per ciò che sono oggi. Il tutto incanalato in un album celebrativo che, a onor di cronaca, contiene anche la versione originale del 2002. Due mondi a confronto, due mondi che non si annullano vicendevolmente, ma che anzi sono consci del legame che li unisce.

Verrebbe da dire “imprescindibile” per chiunque abbia conosciuto i Lacuna Coil nell’ultima decade, dunque nella loro veste più cupa e pesante; “interessante” per chi è affezionato a quegli anni.

a cura di
Andrea Mariano

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