“Debonair” è il riassunto di flussi, suoni e pensieri di NesimaPark

Intervista a NesimaPark in occasione dell’uscita del suo primo album

“Debonair” è il debut album di NESIMAPARK, moniker del chitarrista e cantautore catanese Carmelo Spadaro. Dopo la pubblicazione dell’album, sintesi delle sperimentazioni musicali dell’artista, NesimaPark è tornato a esibirsi in Italia e UK, in occasione di un tour invernale curato da Bengala Booking.

Noi lo abbiamo intervistato!

Parliamo di Debonair; il tuo debut album, che è una combinazione del tutto peculiare di chitarre fuzz, basso distorto e suoni ambient. Qual è stato il processo creativo dietro questo album così ben articolato?

Intanto grazie per il complimento. In quest’album, in maniera naturale, sono confluiti i vari generi che più ho suonato nel mio percorso musicale: blues, grunge e rock folk.

Tutti i brani nascono per lo più come voce e chitarra. Li ho poi arrangiati nel mio studio e registrati con la band al Buddy Sound Studio a Catania. Il mio processo creativo non segue delle regole precise: tra le cose che ho fatto, ho rivisitato uno dei miei vecchi brani e ho trasformato dei miei scritti in canzone. È stato anche interessante vedere come alcuni brani si siano evoluti e poi trasformati suonandoli con la band. Ad esempio “When you were young” nasceva come uno dei miei brani più lenti ed è poi diventato il pezzo più rock dell’album. 

Qual è l’emozione o il messaggio principale che vorresti assolutamente che arrivasse a chi ascolta il tuo album?

Non c’è un messaggio principale né un concept prestabilito. “Debonair” è il riassunto di flussi, suoni e pensieri con cui ho convissuto finora. Le emozioni all’interno di questo album sono rabbia, tristezza nostalgia e solitudine, ma anche amore e penso siano queste ad arrivare all’ascoltatore. Chiedo scusa all’ascoltatore, ahahah!

Il tuo tour invernale si è esteso anche al Regno Unito. Come ti immagini la differenza di accoglienza e di atmosfera tra il pubblico italiano e quello britannico?

Essendo un progetto in lingua inglese, immagino e spero possa essere accolto con più immediatezza all’estero. Inoltre, penso che le sue sonorità potrebbero essere più compatibili con la cultura musicale anglosassone e dunque il pubblico potrebbe essere più ricettivo ai brani. Spero che l’Inghilterra ci accolga bene come ha fatto l’Italia e che ci dia altrettante soddisfazioni! 

Come sono andate invece le prime date italiane?

Come ho accennato prima, il riscontro nelle date italiane è stato più che positivo. Tutta l’energia che mettevamo sul palco ci è tornata indietro, dandoci la possibilità di divertici ed emozionarci al massimo!

Essere tra i finalisti di Arezzo Wave 2023 è un gran riconoscimento. In che modo questa esperienza ha influenzato la tua carriera musicale e il tuo progetto artistico?

Arrivare tra i finalisti è stata una delle prime soddisfazioni di questo progetto, mi ha fatto piacere scoprire di essere forse l’unico progetto partecipante ad aver suonato musica “organica”.

Quali sono, se ci sono, dei programmi per il futuro? Oppure preferisci per il momento dedicarti al tour?

Il mio programma per il futuro è riuscire a fare un tour in Europa e iniziare a pensare ad un nuovo album.

a cura di
Redazione

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