Idles

Tra umidità, file e zanzare, il Fake Fest sbarca in riviera romagnola portando una roboante ondata di post punk d’ottima annata

Smaltita la sbornia della notte rosa, ci pensa il Fake Fest a ricordare a tutti che lo scenario musicale di Rimini non è soltanto composto da tormentoni, Blanco e Annalisa. Il “Boutique Festival” come si autodefinisce, porta sulle spiagge bellariesi un’irruenta ventata di post punk, partendo con un antipasto di The Murder Capital, seguito da un succoso piatto principale, gli irreprensibili IDLES.

La post punk band irlandese parte benissimo e allieta la lunga fila dei fans fuori dall’arena, che disposti lungo una fila kilometrica sul lungomare sono lentamente arrivati a poggiare i piedi sulla sabbia. Nonostante fosse la band di apertura, non si è fatta guardare dietro e regala uno splendido show, prendendosi i complimenti anche più tardi dal leader degli Idles.

The Murder Capital
The Murder Capital
The Importance Of Being IDLES

Finita la prima parte, dopo un attimo di pausa tra una birra fresca e una sigaretta, partono gli IDLES nella più classica delle formazioni, con un indemoniato Talbot alla voce e un elegantissimo Bowen alla chitarra, vestito di un delizioso abito giallo da signora per bene, pronto per il thè delle cinque e spaccare un po’ di timpani.

Si parte forte, solito palco buio e ombroso, a farla da padrona la gigantesca scritta IDLES psichedelica, proprio al centro della scenografia. Dopo “Colossus”, “Car Crash” e “Mr Motivator”, arriva subito un pezzo da novanta come “Mother”. E neanche a dirlo, la folla si scatena nel pogo.

Tra qualche acrobazia del cantante col microfono, e le passeggiate eleganti di Bowen su e giù per il palco, si arriva a “Love Song”. A metà del pezzo parte un inaspettato medley di cover improvvisate, tra cui troviamo “My Heart Will Go On” di Celine Dion e “Nothing Compares 2U” di Sinéad O’Connor.

IDLES
Idles
Happy Ending

Tra caldo, sabbia, zanzare e la brezza di mare che data l’umidità ormai non basta più, si arriva al gran finale, e si iniziano a vedere i primi punkettoni uscire stremati dalla folla. Passando per “A Hymn”, “War”, “Wizz” e “Never Fight A Man With A Perm” si arriva alla canzone con la C maiuscola.

Dopo un’introduzione del cantante sull’immigrazione, e sull’importanza che abbia nella cultura e nella vita di tutti i paesi, compreso il nostro, parte infatti come una mitragliatrice “Danny Nedelko”, per un ultimo roboante giro di roulette. Urli, salti balli e pogo tutti insieme, come in un’unica entità, e si arriva alla fine senza neanche accorgersene. Il pubblico era talmente carico che ha continuato a cantarne un’intera strofa anche dopo il termine della canzone, sotto gli occhi estasiati della band.

Gran finale con “Rottweiler”, tuonante e graffiante, col pubblico che sembra volerne sempre di più, e per non farci mancare un po’ della solita follia, un’improvvisata cover di “It’s My Life” dei Bon Jovi. Gli Idles sono una band potente, irruente e che spazza via tutto come un tornado. Come un pugno nello stomaco ben assestato, che ti resta dentro e non te lo scordi più.

IDLES
Idles
La scaletta
  1. Colossus
  2. Car Crash
  3. Mr Motivator
  4. Mother
  5. Meds
  6. I’m Scum
  7. Crawl!
  8. Divide & Conquer
  9. Beachland Ballroom
  10. The Wheel
  11. 1049 Gotho
  12. Love Song (+ covers)
  13. A Hymn
  14. War
  15. Wizz
  16. Never Fight a Man With a Perm
  17. Danny Nedelko
  18. Rottweiler

a cura di
Mattia Mancini
foto di
Emmanuele Olivi

Seguici anche su Instagram!
LEGGI ANCHEBEN HARPER & THE INNOCENT CRIMINALS, SPECIAL GUEST JOHN BUTLER – MAGNOLIA ESTATE, MILANO – 11 LUGLIO 2023
LEGGI ANCHE
MODERAT – SEQUOIE MUSIC PARK, BOLOGNA – 11 LUGLIO 2023

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *