La Santeria e la cover punk rock di “Via Con Me”

Come suonerebbe Paolo Conte in versione punk rock?

Ce lo dicono i La Santeria, con la loro cover di Via Con Me. Un azzardo ben riuscito ed originale, che ha spinto noi di Distorsioni Sonore ed intervistare la band veneta.

Ciao, benvenuti su Distorsioni Sonore. Quando vi siete formati e come sono stati i vostri inizi?

Abbiamo iniziato come cover band nel 2017, proponendo i grandi classici della musica italiana come i Nomadi, Banco del Mutuo Soccorso, la PFM. Insomma brani di band che hanno fatto la storia della musica italiana. Soltanto che poi ai concerti non veniva nessuno e ci toccava fare serata coi camerieri. Allora ci siamo detti che era meglio fare qualcosa di moderno e ci siamo buttati sul punk-rock. Soltanto che ai concerti non viene nessuno uguale. Boh non capiamo.

Vi collocate a metà strada tra il punk e il cantautorato italiano. Cosa significa precisamente? Quali sono per voi i punti di contatto tra questi generi?

Come ho detto poc’anzi veniamo da un genere cantautorale e quindi abbiamo deciso di mixare i due generi. Significa semplicemente che diamo molta importanza ai testi che non sempre nel punk vengono valorizzati.

Avete anche un legame con il jazz però, dato che avete deciso di coverizzare “Via con me” di Paolo Conte. Che esperienza è stata lavorarci?

Ah no guarda col jazz non c’abbiamo niente a che fare. Abbiamo semplicemente applicato il Procedimento. Con la P maiuscola. È una nostra trovata. Funziona così. Proviamo a copiare una canzone e tipicamente non ci riusciamo. Ma nel fallire creiamo qualcosa di nuovo e personalissimo. Ecco tutto.

I vostri brani inediti invece come nascono?

Uno di noi si chiude nel buio della sua cameretta e scrive i propri pensierini facendone un testo. Non scherzo, è davvero così. Pensierini che riguardano la spiritualità, l’essere e il divenire, tutti argomenti che difficilmente vengono associati al punk. Poi ci buttiamo su quattro accordi del cazzo e la canzone è pronta.

Andate sempre d’accordo in fase creativa e in sala prove o capita che qualcuno di voi voglia fare cose totalmente diverse dagli altri?

Andiamo quasi sempre d’accordo perché siamo fatti della stessa pasta. Ed è una cosa molto bella sapere che quello che uno scrive risuona anche negli altri.

Com’è essere un musicista indipendente e punk ai giorni d’oggi?

Una vera schifezza. Perché il punk non lo ascolta più nessuno e ha esaurito tutto quello che aveva da dire. Ma noi siamo diversi, siamo speciali. Quindi dai, ascoltateci e comprate le magliette.

a cura di
Redazione

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