Manila Hemp: “Powerful” è una piccola gemma oscura

Manila Hemp - copertina dell'album Powerful

Dal Teramo con furore (grunge). La band ha firmato quest’anno con la Volcano Records e ha sfornato un piccolo gioiello rock

Qualcuno lo chiama rock alternativo, altri potrebbero rivederci delle vibes grunge. Fatto sta che i Manila Hemp non sono degli sprovveduti, tutt’altro. Nel loro passato c’è una produzione che sfoggia il nome di Steve Albini (non esattamente l’ultimo degli stronzi, come direbbe Baudelaire), un bel po’ di gavetta live e un approccio alla musica puro, grezzo e feroce.

I rimandi alla scena grunge / alternative rock degli anni ‘90 sono evidenti, ma è quello l’humus con il quale sono cresciuti e che anche oggi in “Powerful” è evidente, smargiasso e rigoglioso.

Inserisco il CD nello ster… Ah, no

Se siete cresciuti e continuate a crescere i vostri cuginetti, figli, fratelli minori a suon di Alice In Chains, Candlebox e Soundgarden (i Nirvana li diamo per scontati), “Powerful” è il rifugio ideale verso il quale dirigersi e trovare la vostra dose di ritmi compassati, voce raddoppiata, chitarre sporche e velo composto da una trama mista di safe-zone, malinconia e rabbia ex-giovanile (che è la medesima di chi è in Partita Iva).

Il terzetto iniziale “No Hope”, “Only Lies” e “So Lost” è un ottimo antipasto che rende meravigliosamente impreparati per la sferzata elettrica di “On My Own” e di “Way Out” (che come atteggiamento sonoro è molto affine a una “Spin the Black Circle” dei Pearl Jam).

La title track vede i Manila Hemp in un mood a metà strada da quanto detto fino a ora, con un gran bel break a metà canzone che spezza il ritmo e prende una lunga rincorsa per tornare alla carica. È un ottimo punto di partenza, magari, per chi volesse approcciarsi al disco in maniera randomica (è sempre un’opzione che sconsiglio a prescindere, ma sono consapevole che esistono bestie del genere).

“You Tell Us” e soprattutto la conclusiva “Face Your Fault” faranno la gioia di chi ha come punto di riferimento i Nirvana era “Bleach” e “In Utero” e certi Soundgarden meno aggressivi ma non per questo meno d’impatto. Vien da sé che il sottoscritto ha apprezzato particolarmente.

Un tuffo nel passato: anacronismo o cosa?

“Powerful” dei Manila Hemp non è certo un album che fa dell’innovazione il suo vessillo. Il fatto è che non vuole minimamente ed è fiero di questo. Come il toro in chiaroscuro della copertina, la band abruzzese guarda in maniera arcigna e disinteressata chi e cosa ha davanti, consapevole di ciò che è e delle sue capacità.

Tanto basta per consegnare a noi un disco, un album come se fosse il 1999. Non scimmiotta nulla e nessuno, bensì si presenta per quel che è e con le influenze che tutt’ora ha: un ambiente musicale oramai estinto, ma richiamato con la naturalezza e l’autenticità che non sempre e non tutti riescono a proporre oggi, nel 2023.

a cura di
Andrea Mariano

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