Ritual nella “terra del rimorso”, tra rock ed Ernesto De Martino
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“La terra del rimorso” è il titolo del nuovo singolo di Ritual, cantante italiana ma con uno sguardo internazionale, scrive le sue prime canzoni quando viveva ancora a Philadelphia, legge libri di antropologia e fa tanto tanto rock. Noi l’abbiamo intervistata: ecco cosa ci siamo detti!
Ciao, benvenuta su Distorsioni Sonore! Partiamo con una domanda di riscaldamento: raccontaci il tuo progetto, presentandolo a chi ancora non ha avuto il piacere di conoscerti!
Rituàl è il mio primo progetto in italiano e nasce nel 2020 durante la pandemia quando ancora vivevo negli Stati Uniti. Durante il lockdown ho vissuto a Jim Thorpe, un piccolo paesino vicino a Philadelphia e lì è nata Anima e colpa, il mio primo singolo. A questo sono seguiti un po’ di concerti e l’uscita del secondo singolo.
Il tuo nuovo singolo si chiama “La terra del rimorso”, ispirato ad un’opera dell’antropologo De Martino, dicci di più!
Il titolo del brano è un omaggio all’omonimo libro di Ernesto De Martino, antropologo campano che ha indagato a lungo i fenomeni religiosi (e non) del Sud Italia, passando per magia, superstizione e pianto rituale. Alcuni di questi elementi hanno influenzato la scrittura sia del testo che della parte musicale del brano.
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Oltre che in Italia hai avuto un’esperienza in ambito musicale negli Stati Uniti: cosa hai “importato” in Italia dallo stile americano?
Negli Stati Uniti ho suonato in ogni di tipo contesto possibile e fare una gavetta di questo tipo ti fa acquisire sicurezza e imparare cosa sia la professionalità nel contesto musicale.
“La terra del rimorso” fa parte dei tuoi primi singoli scritti in italiano: è stato difficile per te realizzare questo cambiamento dall’inglese all’italiano?
No, è stato abbastanza naturale essendo l’italiano la mia lingua madre. Avevo l’urgenza di dire alcune cose nella maniera più diretta possibile e ho scelto di dirle in italiano. Però è anche vero che sono cresciuta ascoltando principalmente musica anglofona quindi non escludo il ritorno all’inglese prima o poi.
I tuoi brani sono caratterizzati da sonorità rock oscure, a quali artisti ti ispiri particolarmente?
Non mi ispiro a nessuno in maniera intenzionale anche perché ascolto di tutto e ho sempre ricercato, per quanto possibile, il mio modo di dire le cose e fare musica. Sicuramente nella mia formazione musicale sono stati importanti alcuni cantautori nostrani, tra cui Carmen Consoli e Capossela mentre a livello internazionale il grunge, il punk, Tom Waits e tanti altri.
a cura di
Redazione
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