La Rassegna del Venerdì – settimana #48

Settimana impegnativa per le uscite distorte. Le sonorità più diverse per la quarantottesima settimana dell’anno

Settimana carica di ecletticismo per i suoni distorti che ci piacciono tanto. Stili differenti, tempi più veloci oppure più lenti, ecco tutto quello che ci è piaciuto tra le uscite della prima settimana di dicembre.

O Sientimento – Asiatica

Ci distorce perché: il perché è semplice, vivace come il pop ma dal ritmo punk ci ricorda una fantastica Avril Lavigne italiana che era da tempo che aspettavamo di sentire. Originale, voce potente, siamo già al decimo ascolto.

Along The Way – Umberto De Cico

Ci distorce perché: sembra una storia epica dai primi secondi di ascolto, fino all’arrivo della voce che in qualche modo ce lo conferma. Una voce che si accompagna alla chitarra estremamente distorta che racconta un sentimento strano, quello che si ha quando si va avanti ma si tende a guardarsi indietro, come per passare in rassegna il proprio passato. Decisamente incisivo, a tratti disturbante. Ma bellissimo.

Epitaffio – Mosè Santamaria

Ci distorce perché: al primo ascolto può sembrare pop e basta. Che non ci sarebbe nulla di male, però… Non è propriamente solo pop. Qui abbiamo un cantautorato classico che si mescola ad un beat ritmato che si fonde con pianoforte malinconico. In questo pezzo ci sono tante piccole storie che fanno commuovere.

We Only Get One Life – Pink Shy Guys

Ci distorce perché: già all’inizio sembra di essere ai limiti di una scena pulp, con quel cuore che batte e la voce eterea in sottofondo. Un po’ di Massive Attack ma meno malato, un po’ di Triky ma più nero. E’ tipo un’esperienza mistica.

Scarseez – Smokin’ Velvet

Ci distorce perché: ragazzi, ascoltatela. Capirete perché proverete una sensazione di squilibrio: dalle barre rappate tipicamente in rima come il rap più classico, l’attenzione viene catalizzata dalla melodia che rincorre sé stessa in mood un po’ anni ’80 e un po’ molto avanti per diventare, a parer nostro, il futuro.

Non Vale di Meno – Jampa Capolongo

Ci distorce perché: inizia tutto con una voce che ricorda la profondità di un giovane Battiato, non solo nell’intonazione ma anche nello scandire parola per parola. E già questo basterebbe per sentirsi spaesati davanti a qualcosa di veramente nuovo. Poi Jampa insiste e dice “E’ come avere un mondo senza musica […] ci si sente soli” e sono le parole che ci fanno sentire straniti perché immaginiamo davvero la solitudine di un mondo privo di canti e melodie… Voi ce la fareste? Ascoltatela.

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