Yes – Teatro degli Arcimboldi, Milano – 6 maggio 2024

Dopo la data del 5 maggio a Roma gli Yes arrivano anche al Teatro degli Arcimboldi di Milano per portare il loro progressive rock ai fan più affezionati

Per il loro “The Classic Tales Of Yes Tour” la band britannica non ha scelto di suonare nei palazzetti o negli stadi, bensì in teatri o in strutture congressuali come nel caso di Roma, dove si sono esibiti a “La Nuvola”.
L’obiettivo era quello di portare tutti i loro maggiori successi in un contesto diverso dal solito, e per il genere musicale degli Yes devo dire che la scelta si è rivelata piuttosto azzeccata.

La struttura del Teatro degli Arcimboldi ha, infatti, accolto perfettamente le sonorità della band e ha restituito le emozioni tipiche del concerto classico, trasportandoci nel progressive rock puro degli Yes.

Il teatro non era sold-out ma i posti rimasti vuoti erano pochi e l’età media si aggirava dalla mezza età in su, che poi altro non è che l’età di quelli che hanno seguito gli Yes fin dagli albori, ovvero dal 1968.
C’era però anche qualche volto più giovane, alcuni sotto i 30 anni che, probabilmente, saranno quei pochi rimasti che hanno deciso di estendere la loro cultura musicale oltre il reggaeton e la trap.

La band si presenta in grande spolvero con i membri più anziani – dei quali nessuno, ormai, fa parte della formazione originale – che, nonostante l’età sembrano davvero carichi e pronti ad infiammare il pubblico.

Il chitarrista Steve Howe, alla veneranda età di 77 anni, sembrava un ragazzino mentre saltellava con la sua chitarra sul palco e ci ha regalato alcuni assoli degni dei tempi che furono, che hanno cancellato alcune incertezze avute, soprattutto a inizio concerto.

Tre atti

Il concerto è stato diviso in 3 parti, con una lunga pausa di mezz’ora tra la prima e la seconda parte. La prima parte ci ha regalato 8 canzoni con alcuni dei più grandi successi della band come “Time and a Word” e “Turn Of The Century”, nella seconda invece abbiamo una specie di medley di 20 minuti che racchiude i 70 minuti dell’album “Tales From Topographic Oceans” del 1973.

Ovviamente la terza ed ultima parte non poteva che essere l’encore, durante la quale abbiamo assistito ad un vero e proprio spettacolo musicale. La prima canzone “Roundabout”, una delle più famose della band che i fan degli anime ricorderanno grazie alla seconda stagione de “Le bizzarre avventure di Jojo”, ha fatto scatenare Steve Howe e il bassista Billy Sherwood in una jam session davvero da applausi che, per un momento, ci ha fatto dimenticare gli anni passati.

Ma è con l’ultima canzone “Starhip Trooper” che gli Yes si sono superati e ci hanno scompigliato i capelli, facendoci alzare in piedi ad applaudire e spingendoci a omaggiarli con una meritatissima standing ovation che per “Roundabout” era stata appena accennata.

Conclusioni

Questo concerto si può descrivere come un’escalation di emozioni, conclusa con un epico finale di una potenza inaspettata, considerando sia l’età dei membri della band sia il contesto teatrale che poteva far pensare più a un’atmosfera blanda.

L’unica cosa blanda, invece, era la partecipazione del pubblico che, purtroppo, ha avuto bisogno delle ultime due canzoni per far sentire il proprio calore agli Yes.

Unica nota negativa: la pausa di mezz’ora che, a mio parere, poteva essere ridotta. Ma se serviva per fare in modo che i musicisti riuscissero a donarci quei bellissimi momenti finali allora potevano farla pure di un’ora.

Grazie Yes per le vostre interminabili canzoni della durata di 10 minuti ciascuna che ci ricordano che la musica vera, quella dei musicisti, dei polistrumentisti, di chi ha voglia di impegnarsi per qualcosa che vada oltre la banale ripetizione di basi identiche tra loro, non è ancora morta.

Scaletta
  1. Machine Messiah
  2. It Will Be a Good Day (The River)
  3. Going for the One
  4. I’ve Seen All Good People
  5. America(Simon & Garfunkel cover) (instrumental version)
  6. Time and a Word
  7. Don’t Kill the Whale
  8. Turn of the Century
  9. South Side of the Sky
  10. Cut From the Stars
  11. The Revealing Science of God (Dance of the Dawn) / The Remembering (High the Memory) / The Ancient (Giants Under the Sun) / Ritual (Nous sommes du soleil)
  12. Roundabout
  13. Starship Trooper

a cura di
Edoardo Iannantuoni

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