Croce Atroce e l’essere in contro tendenza con “Queer Eleison”

Un nuovo capitolo dal titolo “Queer Eleison” fuori per Freak&Chic e che segue i precedenti album “Alda Merinos” ed “Anna Piaggio“, è il nuovo album di Croce Atroce Il titolo dell’album in uscita è un adattamento del Kyrie Eleison, preghiera della liturgia cristiana che significa “Signore, pietà”, inteso come “Signore, sii benevole”. Qui diventa “Queer Eleison“. Associando due mondi che sembrano opposti, la religione e la queerness, questo progetto musicale esplora l’essere queer alla luce dell’idea di fede.

Eccoci su Distorsioni Sonore! Il tuo nuovo album “Queer Eleison” fuori il 2 giugno, mette insieme due mondi totalmente in opposizione, da una parte il mondo queer appunto e dall’altro quello ecclesiastico: dicci di più su questa scelta piuttosto coraggiosa!

Dato che ci sono fortunatamente sempre più artiste del mondo arcobaleno che parlano di noi, volevo un po’ mettermi di traverso e parlare di un argomento che, anche inter nos, non è praticamente mai affrontato. La religione nella community è quasi un argomento tabù, o meglio, è un non argomento, in quando molto spesso siamo stati soggetti scomodi nelle uscite degli esponenti delle istituzioni ecclesiastiche.

Io per prima mi incazzo quando veniamo considerati non tanto degli esseri umani, bensì delle “persone che non vanno”, anche dalla Chiesa stessa. Onestamente a me non me ne frega nulla, sono grande e prescindo da tanti punti di vista contro perché mi sono corazzata, ma certe uscite fanno male alle generazioni più giovani, dobbiamo rendercene conto.

È possibile dunque secondo te che questi mondi possano unirsi senza andare in collisione?

Non so cosa intendi per unirsi, io dico solo che la fede vissuta in modo puro, può riguardare tutte le persone, anche le persone queer. Come l’amore. La fede è un sentimento e noi siamo esseri umani, con tutto quello che ne consegue.

Che cosa vuol dire essere un artista queer in Italia?

Vuol direi avere il privilegio di rappresentare una comunità e di avere palchi a disposizione per urlare la nostra condizione, oltre che a mostrare la bellezza della nostra arte. Le persone queer, come tante persone arcobaleno, vivono di consapevolezza in un mondo che ancora non è pronto ad accettarle, pertanto è fondamentale avere palchi e spazi per potersi esibire, mostrarsi, aiutare gli altri ad accrescere la propria consapevolezza e portare rappresentanza, in modo che nessuno più possa pensare di essere l’unica persona al mondo ad essere così.

Avvicinandoci invece alla parte musicale del tuo progetto, quando Croce Atroce si avvicina alla musica? Essendo ormai anche questo un mare magnum quasi indistinguibile di artisti…

Ahahahah bellissima immagine! E io di questo mare sono solo una goccia, magari un po’ più colorata delle altre ma solo una goccia. Mi avvicino alla musica in pandemia, quando finalmente sono riuscita a fermarmi dal caos della mia vita e magari anche a capire cosa voglio fare, all’alba dei 45 anni. Ho avuto l’occasione di avere del tempo a disposizione per scrivere, ho avuto il coraggio di affrontare questo mio tabù personale.

Con Erik Deep e LoZelmo poi ci siamo confrontati, abbiamo letto il materiale che avevo preparato e poi è iniziato il processo della creazione della musica. Mi sono divertita molto, voglio continuare a rifarlo!

Quali sono stati e quali sono le tue ispirazioni a livello musicale?

Io ascolto musica pop o cantautorale, quindi diciamo che le mie reference hanno talmente tanto di quel talento che preferisco non nominarle, prima che qualcuno pensi che mi voglia paragonare a loro. Al di là di quello che ascolto, a me piace scrivere, voglio che le cose che interpreto le abbia scritte io. Mi sono stancata, anche in serata, di performare robe di altri.

Perché non posso scrivere qualcosa esclusivamente per me? Quindi sì, ci sono ispirazioni, ma più per l’intenzionalità dell’essere autori che non per il risultato musicale.

Lasciaci con un messaggio (non necessariamente profetico o ecclesiastico) che vorresti veicolare a chi ti legge in questo momento!

Non c’è mai un’età per fare le cose e fai sempre l’opposto di quello che gli altri di dicono di fare o che si aspettano da te. Credimi, con questa ricetta la vita diventa molto più divertente!

a cura di
Redazione

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