Dal rap all’elettronica: Victor Bomì si racconta

Si intitola “Due Onde” il nuovo brano di Victor Bomì feat. Ave Quasàr (Ohimeme / Sounzone)e uscito lo scorso 7 giugno.

Dopo che Andrea (Victor Bomì) e Luca (voce Ave Quasàr) si incontrano ad ottobre 2022 durante una delle sessioni creative Ohimeme presso Flat Scenario, ecco che decidono di collaborare partendo da una traccia strumentale di Andrea.

Il resto ce lo siamo fatto raccontare con un’intervista che potete leggere qui sotto!

Ciao Victor, benvenuto! Il 7 giugno pubblichi il tuo nuovo singolo “Due Onde” che vede anche la produzione di Ave Quasàr, come nasce questa bella collaborazione?

Ciao! Tutto è iniziato nello studio di Luca (voce degli Ave Quàsar) durante una session di produzione con altri artisti, ci siamo conosciuti lì e c’è stato da subito feeling sia musicale che personale. Ascoltai il suo progetto, gli Ave Quàsar, appunto, e li trovai davvero interessanti, in Italia un sound come il loro non esiste; cantautorato italiano mischiato a elettronica IDM/Downtempo, davvero interessante.

Mesi dopo ci risentemmo e gli mandai una produzione strumentale su cui stavo lavorando intitolata “Due Onde”, così decidemmo di fare un feat.

Ma invece il brano “Due onde” come nasce? Quali sono stati gli elementi che ti hanno ispirato nella sua scrittura?

Durante un mio viaggio “on the road” in Danimarca rimasi molto colpito da un luogo in particolare chiamato “Grenen” sulla punta più a nord del paese. Qui è presente un fenomeno rarissimo che vede due diversi mari incontrarsi e scontrarsi l’uno contro l’altro. In quel momento ho avuto una visione romanzata e un po’ romantica di come anche due onde che noi crediamo non possano mai incontrarsi hanno, in una parte del mondo, un loro spazio dove potersi finalmente abbracciare.

 Poco dopo spiegai a luca questo concept che lo trasformò di li a poco nel testo di “Due Onde”, devo dire che ha interpretato alla perfezione l’immagine che avevo in testa.

Quali sono i luoghi che maggiormente ci consiglieresti di vistare per poter apprezzare pienamente il mood che evochi con la tua musica?

Spesso la mia musica ha una forte componente malinconica quindi direi città del nord con un panorama naturale mozzafiato, cielo un po’ coperto da nuvole e una pioggia fine. Dovessi sceglierne una direi “Reine” una piccola città nei fiordi norvegesi.

Come nasce la tua passione e il tuo interesse per l’elettronica? Essendo il tuo background più legato al rap e all’hip hop.

L’elettronica insieme al Funk anni 70 è da sempre stata la mia passione, il primo brano EDM lo composi all’età di 15 anni con una prima versione di FruityLoops che regalavano in CD ROM come allegato di una rivista di tecnologia. Registravo su VHS i video di MTV dei The Chemical Brothers e dei Daft Punk, nel 2001 l’album “Melody A.M” dei Royksopp mi aprì un mondo nuovo (importantissimo per il mio sound attuale). L’amore per l’hip hop arrivò poco dopo durante le scuole superiori, un amico mi fece sentire una crew di Nichelino (un paese vicino a dove abitavo) chiamata Gatekeepaz e rimasi affascinato da quella cultura. L’album in questione era stato prodotto da Mastafive che anni dopo avrebbe lanciato il mio primo progetto Hip Hop “Funk Shui Project” tramite la sua etichetta BM Records, non ho mai creduto alle coincidenze, doveva andare così. In parallelo con le varie produzioni a rapper della scena italiana cominciai a creare il mio alter ego elettronico “Victor Bomì” appunto.

Hai in progetto di collaborare per altri brani insieme ad Ave Quasàr?

Senza spoilerare troppo ma SI! In un futuro non così lontano sicuramente lavoreremo ad altri singoli o perché no magari a un EP insieme. La chimica c’è, la passione e la creatività pure quindi…

Prima di salutarti ti chiediamo però di raccontarci qualcosa di più sulla copertina che anche quella ha attirato molto la nostra attenzione!

Sono contento che vi piaccia, le copertine di tutti i miei singoli le ho sempre fatte io, avendo lavorato come Art Director in agenzie di pubblicità per molti anni, questa volta però ho voluto sperimentare la forza dell’intelligenza artificiale almeno per quanto riguarda il visual centrale, volevo un design simil orientale stile “Katsushika Hokusai”. Ho solo dovuto poi impaginarla a mio gusto.

Tranquilli questa intervista non è stata fatta con Chat GPT (ride ndr)

a cura di
Redazione

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